(Adnkronos) – La Gran Bretagna fornirà all’Ucraina proiettili con uranio impoverito da utilizzare nella guerra con la Russia. Lo ha detto la viceministra britannica della Difesa, Annabel Goldie. Citata dal Guardian, ha indicato che oltre a fornire i carri armati Challenger 2, il Paese invierà “munizioni, compresi proiettili perforanti contenenti uranio impoverito”. Questo tipo di proiettili, ha aggiunto, è “molto efficace” contro carri armati e blindati.
Se le munizioni speciali verranno fornite a Kiev e utilizzate, la Russia sarà costretta a reagire, ha detto il presidente russo Vladimir Putin nelle dichiarazioni alla stampa al termine dei colloqui con il presidente cinese Xi Jinping a Mosca.
“Nel momento in cui stavamo discutendo delle possibilità del piano di pace cinese, si è saputo che il Regno Unito ha annunciato non solo la fornitura di carri armati all’Ucraina, ma anche proiettili all’uranio impoverito. Vorrei sottolineare che se tutto ciò accadesse, la Russia sarà costretta a reagire di conseguenza, tenendo presente che l’Occidente collettivo sta già iniziando a utilizzare armi con una componente nucleare”, le parole di Putin.
“Hanno già usato queste munizioni quando ci sono stati eventi in Serbia, dove hanno bombardato città pacifiche e distrutto ponti senza alcuna sanzione delle Nazioni Unite”, ha detto il ministro della Difesa, Dergei Shoigu. “Chi ha usato queste munizioni ha avuto gravi malattie. Come sempre, all’epoca c’era poco interesse per gli effetti di queste munizioni. E in qualche modo tutto è finito nel dimenticatoio. Bene, questo ci spinge a pensare seriamente all’ulteriore corso degli eventi e a come possiamo rispondere”, ha aggiunto.
Immediata è arrivata anche la replica della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha accusato il governo britannico di voler creare uno “scenario jugoslavo”. “Questi materiali non solo uccidono, ma avvelenano anche l’ambiente e provocano il cancro nelle persone che abitano queste terre”, ha affermato in un messaggio sul suo account Telegram. “È un po’ ingenuo pensare che queste armi causeranno vittime solo tra coloro contro i quali vengono utilizzate. In Jugoslavia, i militari Nato, soprattutto italiani, sono stati i primi a pagarne le conseguenze”, ha sottolineato.