(Adnkronos) – Turismo. I numeri e i flussi del turismo nel nostro Paese nei primi mesi dell’anno avevano fatto presagire (e anche noi in questa Rubrica lo avevamo fatto) un’estate da ‘tutto esaurito’. Così non è stato. Gli ultimi dati forniti da Istat evidenziano una contrazione dei flussi turistici – in valore assoluto e anche su base annua – nei mesi di giugno e luglio. Il trend negativo – secondo Federturismo – è proseguito anche ad agosto (non si hanno ancora dati ufficiali). Nell’insieme e ripeto, contraddicendo il trend di inizio d’anno, il turismo in Italia non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia: da gennaio a luglio ci sono stati 71,3 milioni di arrivi per un totale di 232 milioni di presenze pari a, rispettivamente, – 5,9% e – 5,6% rispetto ai dati del 2019. Quali le cause di questo (in parte, inatteso) calo? Secondo gli addetti ai lavori molto si deve alle condizioni metereologiche (una stagione eccezionalmente calda e molto instabile nelle località di montagna) ma anche ad un forte incremento del livello generale dei prezzi del settore (comparativamente più significativo che in altri comparti dei servizi). C’è da dire che se lo straordinario caldo di giugno/luglio può aver agito da deterrente per il turismo, ora il protrarsi di un clima caldo, anche se più moderato, potrebbe invece essere stato uno stimolo per i flussi in settembre e in quelli di ottobre. Vedremo.
Chef. Mory Sacko è l’astro nascente della cucina francese e mondiale. A soli 30 anni ha già guadagnato una stella Michelin per il suo ristorante parigino (MoSuke), aperto solo nel 2020, e la possibilità di redigere il menù del ristorante della maison Vuitton a Sant Tropez. La sua cucina tenta (e quasi sempre riesce) a fondere i gusti e la tradizione della cucina francese con quella africana (Sacko è di origini Malesi) e quella giapponese. Un mix ardito e innovativo che a volte lascia stupiti ma qualifica un percorso da vero artista (come sono senza dubbio i grandi chef).
Grandi aziende. Il magazine TIME ha appena pubblicato la sua (attesa) classifica delle prime 20 migliori imprese del mondo, la classifica è basata su un dato comparato che aggrega la crescita dei ricavi globali, i sondaggi sulla soddisfazione dei dipendenti, i dati sull’adeguamento ai criteri ESG. Delle 20 indicate, 13 sono americane (tra cui le prime 4), tre tedesche, due francesi, una irlandese e una italiana, l’Enel che si piazza ad un importante 13esimo posto . La prima è Microsoft che supera Apple, Alphabet (la proprietaria di Google) e Meta Platform (cioè Facebook) a conferma, non certo casuale, del dominio del business mondiale da parte delle grandi imprese high tech e della Rete. Quello che in più ci dice la classifica di TIME è che ormai le iconiche Over The Top sono anche tra le prime nel percorso per la sostenibilità e la riconversione. (Di Mauro Masi)