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Turismo in Puglia, l’idea di Luca Scandale: «Così faremo della regione la casa dell’arte mondiale»

«Gli obiettivi? Destagionalizzare per dare lavoro a tanti giovani. E trasformare la regione in un punto di riferimento per l’arte nazionale e internazionale»: Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, indica il futuro del turismo locale. Dottore di ricerca in economia della cultura, già docente di marketing del turismo e strategia delle imprese turistiche presso l’università…

«Gli obiettivi? Destagionalizzare per dare lavoro a tanti giovani. E trasformare la regione in un punto di riferimento per l’arte nazionale e internazionale»: Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, indica il futuro del turismo locale. Dottore di ricerca in economia della cultura, già docente di marketing del turismo e strategia delle imprese turistiche presso l’università “Aldo Moro” di Bari, Scandale è uno degli uomini-chiave dell’enorme successo nazionale e internazionale del “brand Puglia”.

Come sta andando l’estate?

«La stagione è iniziata benissimo, ma noi tutti – stakeholder, esperti, media – dobbiamo abituarci a pensare alla Puglia come una regione turistica da marzo a novembre. Per cui le valutazioni vanno fatte nel complesso di un intero anno e si fanno alla fine».

Tutti dicono che la Puglia è diventata meta per ricchi: è vero?

«Non è affatto vero. La presenza di star internazionali ci onora e ci rende noti attraverso il loro potere mediatico, ma noi siamo una destinazione poliedrica, per tutte le tasche, con diversi tipi di turismo in diverse aree della regione. E ci sono ancora molte aree da scoprire».

Crede che sia in atto una campagna denigratoria nei confronti del turismo locale?

«No, non credo nei complotti. In queste settimane c’è stata un’attenzione importante verso la Puglia perché ormai siamo una regione molto nota e desiderata. I fenomeni evidenziati, però, sono comuni a tutte le regioni italiane e scontano il fatto che l’inflazione è ancora molto alta (sebbene la Puglia non sia nemmeno tra le prime in Italia) e che il ceto medio italiano è impoverito».

Quali aspettative avete per il 2023?

«Nel 2022 la Puglia ha già superato il 2019, l’anno dei record prima della pandemia. Quanto al 2023, fino a luglio i dati sono molto molto confortanti. Come dice il presidente Michele Emiliano, però, dobbiamo puntare sulla qualità e non solo sulla quantità. I numeri non potranno crescere all’infinito e non dobbiamo inseguire i record ogni anno, anche perché i numeri non dicono tutto. Comunque a fine anno tireremo le somme. Con l’assessore Gianfranco Lopane vorremmo rafforzare il progetto dell’Osservatorio del turismo, di cui fanno parte anche gli stakeholder, e produrre un accordo con le principali Ota (online travel agency) per avere un costante monitoraggio della domanda. Ma queste multinazionali, si sa, sono un po’ gelose dei propri dati».

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

«Destagionalizzare. Non posso svelare le prossime mosse, ma continueremo a perseguire questo obiettivo perché, se le strutture lavorano tutto l’anno, danno occupazione stabile a tanti giovani. Se il turismo resta un fenomeno balneare, invece, è impossibile assumere a tempo indeterminato. Penso che siamo sulla buona strada».

Su che cosa punterete per sostenere il brand della Puglia?

«Bisogna proseguire il lavoro sul tema della moda: dopo Dior e Gucci, Dolce & Gabbana ha presentato la propria collezione in valle d’Itria. Per il resto investirei di più sull’arte contemporanea, a partire dal mercato israeliano con cui stiamo organizzando tre mostre al “Pino Pascali” di Polignano (che, lo sottolineo, è la città più accogliente al mondo secondo Booking), al MarTa di Taranto e al Museo ebraico di Lecce. Ecco, mi piace evidenziare il valore di questa iniziativa perché sull’arte contemporanea credo che la Puglia possa, nel giro di qualche anno, diventare un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. Ne trarrebbe giovamento il turismo di qualità. Il mio personale desiderio, quindi, riguarda l’arte contemporanea ma anche il turismo dell’olio per il quale, con l’Assessorato all’Agricoltura e alle Risorse agroalimentari di Donato Pentassuglia siamo già al lavoro per immaginare anche in Puglia un “Vinitaly dell’olio”».

Intanto sembrano già tutti pazzi per la Puglia: come lo spiega?

«L’exploit è dovuto principalmente alla bellezza della nostra regione, cioè a quanto ereditiamo dai nostri padri. E poi connessioni con voli internazionali, film e fiction hanno contribuito a far crescere da un lato l’accessibilità, dall’altro la brand awarness. Senza dimenticare, ovviamente, la Regione Puglia, i Comuni e gli imprenditori del settore che hanno messo in campo importanti azioni di marketing anche grazie a Pugliapromozione».

Ma che cosa attira, in particolare, i turisti stranieri?

«Noi abbiamo avuto una strategia chiara con il piano strategico “Puglia365”: la sostenibilità innanzitutto e poi destagionalizzare, il che significa internazionalizzare e viceversa. Perciò siamo felici di avere avuto, nel 2022, e anche nei primi mesi del 2023 con +10% da Gennaio e Giugno e +2% a Luglio in termini di presenze come ha dichiarato l’assessore Lopane, quando invece i profeti di sventura parlavano di un grande calo della Puglia. E dicevo siamo felici perché i numeri di turisti stranieri sono superiori a quelli degli italiani per quanto riguarda i mesi di maggio sia 2022 che 2023. Vuol dire che la strategia sta funzionando. Le nostre sentiment analysis, inoltre, ci dicono che i viaggiatori stranieri amano molto la nostra autenticità: per questo non dobbiamo mai perderla».

La Puglia sembra aver già fatto passi da gigante sull’offerta turistica, non le sembra?

«Certo. Sono anni che investiamo sugli info-point anche in porti e aeroporti. E anche i Comuni e le pro loco fanno un grande lavoro. Per noi il turista dev’essere un “cittadino temporaneo”, ma c’è ancora tanto da fare. E dobbiamo soprattuto pensare ai nostri cittadini pugliesi che traggono un vantaggio economico dal turismo, ma non devono soffrire delle esternalità negative che questo fenomeno può generare; ci vuole equilibrio».

Quanto hanno contribuito i grandi eventi ad attirare turisti dall’Italia e dal resto del mondo?

«Moltissimo se penso alla Notte della Taranta, brand salentino che è stato precursore del boom di questi anni. In Puglia ospitiamo Battiti Live che è il nuovo Festivalbar di Italia Uno. La rassegna letteraria “Il Libro Possibile” si è allargata da Polignano a Vieste, che è la prima destinazione pugliese per numero di presenze mentre Bari svetta su tutte per quanto riguarda gli arrivi. Tutti gli eventi in questione, quest’anno quasi 70, sono sostenuti da Regione Puglia e Pugliapromozione e contribuiscono in maniera decisiva ad accrescere e rafforzare l’appeal della regione».

Che cosa hanno fatto le istituzioni regionali per sostenere il turismo?

«Cito le agenzie regionali Teatro Pubblico Pugliese e Apulia Film Commission, dirette insieme a noi di Pugliapromozione dal Dipartimento Cultura e Turismo di Aldo Patruno: il loro lavoro, come quello di Aeroporti di Puglia e di Puglia Sviluppo, è stato determinante. Potrei proseguire e mi scuso con tante realtà della Regione Puglia che hanno contribuito alla crescita del turismo e che non ho citato. Senza ombra di dubbio, in questi anni, pubblico e privato hanno fatto crescere un’economia che dà lavoro a tanti giovani. Prima tutto questo non esisteva».

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