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Tumori, a Bari asportata una massa di 50 chili in una paziente 66enne: la donna è stata dimessa e sta bene

Un tumore di oltre 50 chili - che aveva invaso rene, colon, pancreas e diaframma - è stato asportato da una paziente di 66 anni dall'équipe di Chirurgia generale a indirizzo oncologico dell'istituto tumori "Giovanni Paolo II" di Bari. La donna aveva un liposarcoma a origine dal retroperitoneo che aveva generato una voluminosa massa addominale.…

Un tumore di oltre 50 chili – che aveva invaso rene, colon, pancreas e diaframma – è stato asportato da una paziente di 66 anni dall’équipe di Chirurgia generale a indirizzo oncologico dell’istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari.

La donna aveva un liposarcoma a origine dal retroperitoneo che aveva generato una voluminosa massa addominale.

La donna, spiega il dottor Aurelio Costa, direttore della Chirurgia generale dell’oncologico barese, «da circa un anno aveva notato un aumento di volume dell’addome associato a disappetenza e conseguente dimagrimento, la comparsa di disturbi del transito intestinale e costante anemizzazione con la perdita progressiva della capacità deambulatoria per l’azione di ingombro esercitata dalla massa».

Le precarie condizioni cliniche iniziali e la complessità dell’intervento, aggiunge Costa, «non hanno influito in alcun modo su un decorso post operatorio che si è rivelato regolare e senza complicazioni»: la paziente è stata dimessa due settimane dopo l’intervento in condizioni generali estremamente migliorate con recupero completo delle funzionalità motorie e digestive.

«Si tratta – aggiunge il direttore generale del “Giovanni Paolo II”, Alessandro Delle Donne – di un raro caso di chirurgia oncologica, che richiede un’elevata esperienza nella gestione clinico-chirurgica, per l’estensione della massa tumorale che occupava completamente l’addome infiltrando il rene sinistro, il colon sinistro il pancreas sinistro, gli annessi uterini e parzialmente il diaframma. La completa e integra asportazione in blocco unico, in un intervento di 4 ore, ha rappresentato elemento indispensabile e determinante per una più alta possibilità di guarigione dalla neoplasia».

I sarcomi retroperitoneali sono tumori rari e costituiscono circa il 10-15% dei sarcomi dei tessuti molli, vale a dire solamente l’1% di tutti i tumori. Spesso si tratta di voluminose lesioni, in media di 10 cm di dimensione, ma che possono raggiungere ragguardevoli estensioni, fino anche ad occupare l’intero addome.

Il trattamento chirurgico di asportazione completa rappresenta il trattamento standard, e nei sarcomi del retroperitoneo in particolar modo la qualità della chirurgia iniziale è correlata con la sopravvivenza nel lungo termine.

Per la particolare sede anatomica di origine, spesso è tecnicamente complesso ottenere una resezione chirurgica con ampi margini di sicurezza per tale ragione è necessario associare, all’asportazione della massa, tutte le strutture anatomiche coinvolte dalla neoplasia allo scopo di garantire l’asportazione radicale della neoplasia.

«Ancora una volta – chiosa il presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell’oncologico barese, Gero Grassi – il nostro Istituto si dimostra luogo in cui competenze scientifiche e tecniche, sensibilità umana ed etica diventano un motivante impegno al servizio di tutti, per garantire cure eccellenti e accessibili all’intera comunità».

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