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Tullio De Piscopo: “La vittoria del Napoli liberatoria, con un po’ di malinconia”

(Adnkronos) - "Ero insieme ai miei nipotini che, pur essendo nati al Nord, sono dei tifosi 'esagerati' del Napoli, quando al 52esimo minuto di Udinese-Napoli c'è stato il gol di 'Vittorio' Osimhen; è letteralmente esploso il panico, eravamo talmente euforici che io sono caduto, mi sono fatto male e mi è uscito il sangue. Ed…

(Adnkronos) – “Ero insieme ai miei nipotini che, pur essendo nati al Nord, sono dei tifosi ‘esagerati’ del Napoli, quando al 52esimo minuto di Udinese-Napoli c’è stato il gol di ‘Vittorio’ Osimhen; è letteralmente esploso il panico, eravamo talmente euforici che io sono caduto, mi sono fatto male e mi è uscito il sangue. Ed era azzurro!”. Così ha festeggiato la vittoria dello scudetto del Napoli Tullio De Piscopo, napoletano doc, icona della musica e di quella corrente mitica partenopea che include artisti del calibro di Pino Daniele, Tony Esposito, James Senese e molti altri.  

Musicista, percussionista, cantante, autore, De Piscopo vive ormai da molti anni a Milano e quello che è successo giovedì scorso ha risvegliato in lui emozioni esaltanti, totalizzanti e liberatorie, non senza, però, un velo di malinconia. “Scherzi a parte -dice all’Adnkronos- io e i miei nipoti abbiamo tifato, esultato e cantato a squarciagola ‘Napoli Vola’, l’inno che ho composto un mese e mezzo fa, prima di Pasqua, quando ho capito che ormai era fatta. La vittoria di questo scudetto è stata bellissima anche per l’attesa che c’è stata dopo i risultati delle ultime partite, che hanno fatto rinviare i festeggiamenti. Ma quando c’è stato il gol contro l’Udinese è stata una liberazione totale. Gridavo e sentivo forte il senso di liberazione. Che poi, diciamolo, vivere un evento del genere a Milano, dove non ci si libera mai, è stato ancora più esaltante. Qualcuno ha criticato Napoli e i napoletani, ma era di sicuro qualcuno che ‘rosicava’ perché i napoletani hanno dato la dimostrazione di come si festeggia veramente”. Del resto, “anche quando si festeggia, si deve festeggiare sul serio”. Giovedì sera, a Milano, sono arrivati tifosi da tutta la Lombardia: “piazza Duomo si è riempita all’inverosimile, i tifosi erano tantissimi, ci sono stati caroselli, canti e balli. E’ stato bellissimo, un’esplosione di gioia”. 

In molti ricordano i festeggiamenti dei primi due scudetti del Napoli, nel 1987 e nel 1990: “Io ho fatto la storia assieme a Maradona, Massimo Troisi e Pino Daniele; ho partecipato a una diretta memorabile con Gianni Minà, in mondovisione insieme a tanti artisti. Eravamo negli studi della Rai per un programma che era iniziato alle 20.45; a un certo punto, mentre eravamo in onda, è arrivata tutta la squadra del Napoli, con i dirigenti, direttamente da Ascoli, dove aveva disputato l’ultimo incontro. Ti lascio immaginare che cosa possa essere successo. Io capitanavo una squadra di amici e per una settimana, ogni giorno, siamo andati a suonare in due-tre quartieri di Napoli. Nel gruppo, oltre a me, c’erano James Senese e Tony Esposito, poi il grande Rino Zurzolo e Joe Amoruso, amici che purtroppo non ci sono più. Giovedì sera ho pensato anche a loro, quando c’è stato il collegamento con lo stadio Maradona ed è partita ‘Napul’è’ ho pianto. E’ stata una emozione fortissima. Sono andato a dormire con tanti pensieri nella testa. Ero felice, ma avevo anche un senso di malinconia. Non so spiegarlo, ma è stata una felicità davvero particolare”. 

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