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Trump e l’accusa di aggressione sessuale, processo non sarà rinviato

(Adnkronos) - Un giudice federale di New York non ha accolto la richiesta di Donald Trump di rinviare l'inizio del processo a suo carico per aggressione sessuale e diffamazione, confermando la data del 25 aprile. La scorsa settimana gli avvocati dell'ex presidente avevano presentato un'istanza in cui si chiedeva un rinvio di almeno un mese…

(Adnkronos) – Un giudice federale di New York non ha accolto la richiesta di Donald Trump di rinviare l’inizio del processo a suo carico per aggressione sessuale e diffamazione, confermando la data del 25 aprile. La scorsa settimana gli avvocati dell’ex presidente avevano presentato un’istanza in cui si chiedeva un rinvio di almeno un mese per permettere di “raffreddare” l’atmosfera mediatica, dopo la grande attenzione rivolta all’arresto e incriminazione del tycoon, sempre a New York, per il caso legato alla vicenda Stormy Daniels.  

Secondo gli avvocati di Trump questa atmosfera rischia di influenzare i giurati che dovranno decidere delle accuse che la giornalista Jean Carroll ha mosso all’ex presidente, affermando di essere stata violentata da lui in un camerino di un grande magazzino newyorkese a metà degli anni novanta. La donna ha anche denunciato Trump per diffamazione per il modo in cui ha negato la veridicità delle accuse, sostenendo che lei “non era il suo tipo” e sostenendo che le aveva mosse solo per fare pubblicità allì’uscita di un suo libro.  

Il giudice Lewis Kaplan però non ha ritenuto accettabili gli argomenti della difesa di Trump, affermando che è “solo una supposizione” che l’attenzione attorno all’incriminazione, sempre per un caso che ha al centro “un comportamento sessuale”, possa influenzare la giuria, che verrà selezionata a partire da martedì prossimo.  

Inoltre il giudice ha ricordato come siano stato proprio “le azioni dello stesso Trump” a provocare “in modo significativo” la grande attenzione: “Non va bene che il signor Trump prima del processo promuova pubblicità – scrive riferendosi a tutti gli appelli fatti per settimane sul rischio di un suo arresto – e poi sostenga che questa copertura mediatica che lui ha promosso sia pregiudizievole per lui e debba provocare un ulteriore rinvio”.  

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