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Trans uccisa sul lungomare di San Giorgio a Bari. In aula la testimonianza di Alessia Nobile

«Avevamo cominciato insieme il percorso di transizione, anche se lei in un secondo momento decise di togliersi le protesi. Poi ci siamo perse di vista, ma sapevo che si prostituiva dalle parti dello stadio San Nicola. Dopo l'omicidio ho saputo che si era spostata a San Giorgio, e decisi di organizzare per lei una commemorazione»…

«Avevamo cominciato insieme il percorso di transizione, anche se lei in un secondo momento decise di togliersi le protesi. Poi ci siamo perse di vista, ma sapevo che si prostituiva dalle parti dello stadio San Nicola. Dopo l’omicidio ho saputo che si era spostata a San Giorgio, e decisi di organizzare per lei una commemorazione» funebre «in forma femminile». Lo ha detto oggi, Alessia Nobile, al secolo Alessia Vessia, attivista Lgbtqia+ e scrittrice, riferendosi alla trans barese Ambra, all’anagrafe Salvatore Dentamaro, uccisa con una coltellata la sera del 23 settembre 2018 sul lungomare San Giorgio di Bari.

In Corte d’Assise a Bari sono stati ascoltati i testimoni dell’accusa nel processo che vede imputato il pescatore 53enne di Triggiano, Francesco Brandonisio, accusato di omicidio.

Oggi è stato ascoltato anche Vito Dentamaro, padre della vittima, che ha parlato di Ambra sempre al maschile. «Non l’ho visto litigare con nessuno, la sera prima» dell’omicidio «non l’ho visto preoccupato. Avevo intuito che in passato avesse avuto problemi con qualcuno, ogni tanto andava a testimoniare in tribunale per una causa di furto, ma parliamo di qualche anno prima del fatto. Con lui vivevamo serenamente, non mi addentravo nei particolari della sua vita privata e questa circostanza ci faceva vivere serenamente. Io e mia moglie avevamo accettato il suo orientamento», ha detto Dentamaro.

«Non immaginavo si prostituisse – ha aggiunto – ma spesso rientrava a casa verso le 5 o le 6 di mattina. Si confidava più con mia moglie, non so se assumesse stupefacenti».

È stata infine sentita la biologa dell’istituto di Medicina legale di Bari, Stefania Lonero Baldassarre, che ha analizzato i tamponi biologici trovati sulla scena del crimine, sul corpo della vittima e sul coltello usato per l’omicidio, che ha detto di aver analizzato 23 tamponi e di non aver «trovato alcun tipo di Dna diverso da quello della vittima».

Nella prossima udienza dell’8 febbraio verranno ascoltati altri testimoni dell’accusa.

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