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Tfm, nomine e “anti-Decaro”: per il Consiglio regionale pugliese un rientro non facile con tre nodi da sciogliere

Si preannuncia un autunno caldo in Regione Puglia al rientro dopo la pausa estiva, con ripresa dei lavori e dell’attività politico amministrativa come da tradizione dopo la Fiera del Levante. In sospeso da fine luglio sono rimasti una serie di temi scottanti e molto divisivi che potrebbero creare ulteriori strappi fra i due schieramenti, ma…

Si preannuncia un autunno caldo in Regione Puglia al rientro dopo la pausa estiva, con ripresa dei lavori e dell’attività politico amministrativa come da tradizione dopo la Fiera del Levante. In sospeso da fine luglio sono rimasti una serie di temi scottanti e molto divisivi che potrebbero creare ulteriori strappi fra i due schieramenti, ma anche all’interno degli stessi partiti. Nell’ordine la reintroduzione per legge del famigerato, Tfm, il trattamento di fine mandato per i 51 inquilini del palazzo con un assegno da 35mila euro per ogni legislatura più l’effetto retroattivo che estende il beneficio fino a gennaio del 2012 allargando così la platea degli aventi diritto a 143 ex consiglieri per un costo di 3,7 milioni di euro nel 2024. A seguire le attese nomine di metà mandato nelle otto commissioni consiliari, l’approvazione del cosiddetto emendamento “anti-Decaro” per allungare fino a nove mesi la legislatura in caso di dimissioni anticipate del governatore Michele Emiliano per candidarsi alle Europee nel 2024.

Dossier scottanti, insomma, a partire proprio dal Tfm, la liquidazione per la “casta” cancellata nel 2012 e congelata a fine luglio poco prima dell’esame in aula da una lettera aperta del presidente Emiliano che chiese un ripensamento e il rinvio all’autunno sull’onda della rivolta popolare e delle protese del ribattezzato comitato del no al Tfm. A capo la Cgil e una quarantina di associazioni cui si unirono, strada facendo, Confindustria, l’ex presidente Nichi Vendola e altri personaggi del mondo della politica e della cultura. Il tema, si ricorderà, divide i partiti di maggioranza, a partire dal Pd. Il capogruppo Filippo Caracciolo, infatti, risulta il primo firmatario della leggina sul Tfm e ha ribadito il pieno sostegno alla proposta in linea con il resto delle regioni e a favore di un diritto di tutti i lavoratori. L’area Schlein del Pd, invece, con i consiglieri regionali Parchitelli, Ciliento, Lopalco e altri, s’è detta totalmente contraria e pronta a votare no in aula. Dello stesso avviso il Movimento Cinque Stelle che, dopo l’iniziale adesione alla reintroduzione della buonuscita, ha ritirato la firma a seguito del pressing del presidente Giuseppe Conte. Favorevoli, invece, i civici, a partire dal movimento Con mentre l’opposizione di centrodestra non s’è espressa, ma che potrebbe sfruttare l’escamotage del voto segreto per mettere in difficoltà la maggioranza.

A scuotere i gruppi regionali c’è poi la questione del rinnovo delle otto commissioni consiliari con due poltrone in bilico. Quella del bilancio in capo al presidente Fabiano Amati di Azione, in rotta di collisione con il governatore Emiliano (ma di recente “rientrato nei ranghi”), e quella del presidente Antonio Tutolo del gruppo misto, rimasto fuori dai giri della maggioranza.

Ultimo, ma non ultimo per importanza il comma anti-Decaro, tornato prepotentemente alla ribalta in queste ore con l’ipotesi caldeggiata dalla segreteria Shlein di una candidatura in Europa di Emiliano. La proposta di legge per allungare il mandato, si ricorderà, fu osservata dal governo centrale che chiese correzioni al consiglio regionale per scongiurare l’invio del testo alla Consulta per incostituzionalità. Che succederà ora? Difficile rispondere considerando la vigilia di amministrative ed europee con gli schieramenti già in campagna elettorale.

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