Non poteva mancare il Tfm nel “cesto natalizio” delle “mance” legate al bilancio di previsione. Ieri il provvedimento è spuntato in prima Commissione regionale sotto forma di emendamento con una sola firma in calce, quella dell’assessore Donato Pentassuglia.
Una formula a sorpresa visto che alla vigilia s’era parlato di un escamotage più raffinato per infilare la “buonuscita” in favore di consiglieri e assessori cancellata nel 2012. In particolare si prevedeva lo stanziamento della somma necessaria all’interno dei tabulati del bilancio – decine di fogli con centinaia di voci di spesa – per nasconderlo agli “occhi indiscreti” e provvedere in seguito ad approvare la parte normativa.
La manovra, secondo i piani, doveva passare in sordina a notte fonda durante la maratona in aula fissata per mercoledì. E invece l’operazione è saltata, visto che qualcuno ha avvisato la stampa lasciando l’assessore Pentassuglia, uno dei sostenitori dell’indennità di fine mandato insieme al capogruppo del Pd Filippo Caracciolo, col classico cerino in mano. È seguito un tam tam di voci e indiscrezioni prima dell’avvio delle sedute di esame del bilancio nelle Commissioni e, a stretto giro, la convocazione urgente di un vertice fra i capigruppo di maggioranza e in particolare fra gli esponenti del gruppo dem.
Alla fine solo Pentassuglia ha mantenuto il punto, a dir poco impopolare, ribadendo l’esigenza di accantonare subito la somma accantonata in passato dal Consiglio regionale. Da qui l’inserimento della modifica al bilancio al numero 73, ma senza l’appoggio del resto degli alleati di maggioranza che hanno eccepito i rischi dell’operazione stante il no senza se e senza ma del comitato contrario al Tfm appoggiato da Cgil e Confindustria. Alla fine, però, Pentassuglia ha depositato la modifica con uno stanziamento di 3,7 milioni nel 2024 per coprire la spesa necessaria alla buonuscita aprendo la strada alla futura approvazione e, in ogni caso, a evitare una variazione dei conti in corso d’opera.
Il Tfm, in particolare, prevede un assegno da 35mila euro a legislatura per ciascuno degli eletti con effetto retroattivo del beneficio dal primo gennaio 2013 per includere gli ex inquilini del palazzo regionale esclusi nel 2012 dall’allora giunta Vendola e rimasti gli unici in Italia a non ricevere la buonuscita.
Nel corso della giornata il segretario regionale dem Domenico De Santis, presente nella sede di via Gentile per il vertice sulle comunali baresi, è stato informato dell’emendamento Pentassuglia: «Noi del Pd non lo voteremo mai», ha tuonato ricordando la linea dei vertici nazionali del partito, a partire dalla numero uno Schlein. Pentassuglia è dunque fuori dal partito? «Ne discuteremo – ha replicato il segretario – ma penso che la sua sia una provocazione più che una precisa volontà politica». E infatti c’è chi dice che l’assessore all’Agricoltura sia ormai in rotta con il Partito democratico e pronto ad accasarsi altrove: c’è chi dice in Azione o, più probabile, nel movimento Con che fa capo al presidente Emiliano. Un passaggio atteso a giorni con l’abbandono della postazione in giunta regionale.
Divorzio, dunque, dal Pd dopo 18 di militanza e tre legislature in Regione Puglia? Presto per dirlo in quanto la controprova non è arrivata nella votazione del bilancio in prima Commissione. Pentassuglia, infatti, era assente durante l’esame dell’emendamento a sua firma sul Tfm che, come da regolamento, è decaduto. Ora resta da capire se in via definitiva o solo momentaneamente.