Quattro persone sono state condannate a 2 anni e 2 mesi di reclusione per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dei titolari di un centro scommesse del quartiere Libertà di Bari.
È quanto ha disposto la gip del tribunale del capoluogo pugliese Antonella Cafagna.
A processo erano finiti il 53enne Paolo Caputo e il 32enne Paolo Mena, originari di Bitonto, e i baresi Giuseppe Carchedi di 47 anni e Angelo Caputo di 38: tutti avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato.
I fatti risalgono al 21 e al 22 novembre 2022: in quei giorni, i quattro si sarebbero recati nel centro scommesse e avrebbero chiesto soldi al fratello del titolare (assente in quel momento) e a una dipendente, minacciandoli in dialetto bitontino con frasi come “chiudiamo la storia e domani fammi trovare cinque” (si legge nelle carte dell’accusa), “domani mi devi dare cinque altrimenti trovi chiuso” e “io sono calmo, siete voi che dovete avere paura”.
In particolare, secondo la Procura, i quattro avrebbero agito con metodo mafioso per la “particolare insistenza e spregiudicatezza nei confronti delle vittime, dall’aver agito a volto scoperto, in pieno giorno, in locale aperto al pubblico e frequentato normalmente da altri avventori”.
Condotte che, nelle vittime, (“già fatte oggetto in particolare di analoghe richieste estorsive da parte di esponenti di vertice del clan Strisciuglio” di Bari), avrebbero rievocato la “presenza di un gruppo criminale organizzato impegnato nell’acquisizione del controllo delle attività economiche del quartiere”.
Le indagini partirono dopo la denuncia del titolare del centro scommesse e i quattro furono arrestati a marzo 2023.