«La Puglia è una delle regioni in cui la Tari pesa di più sui cittadini a causa di immobilismi, ritardi ed inefficienze addebitabili in toto al governo regionale». Lo ha denunciato ieri il gruppo regionale di Fratelli d’Italia in una conferenza stampa tenuta in via Gentile.
«Il ritardo nella chiusura del ciclo dei rifiuti», ha attaccato il capogruppo Francesco Ventola, «sta per abbattersi sui comuni costretti ad aumentare la Tari dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato sui cosiddetti impianti minimi e sulle tariffe calmierate. Una mannaia per i cittadini costretti da anni a subire il costo elevatissimo dei conferimenti dei rifiuti a ditte private».
Un paradosso, hanno aggiunto i consiglieri Luigi Caroli, Giovanni Deleonardis e Renato Perrini, se si considera che saranno tartassati quei Comuni dove la raccolta differenziata è su percentuali superiori al 70%, e ciò in quanto conferire una tonnellata di rifiuto organico costa più dell’equivalente di indifferenziato. Una follia in controtendenza rispetto a quanto accade in altre regioni.
In Lombardia, ad esempio, il costo pro-capite per cittadino è di 130 euro, in Puglia si arriva a sfiorare i 190 euro. Un costo esorbitante che rende meno attrattiva la nostra regione agli occhi di chi vuol venire ad abitarci. Nel mirino le promesse mancate sulla realizzazione degli impianti pubblici.
«Non è stata rispettata una data sul cronoprogramma per la consegna degli impianti pubblici», sottolinea il gruppo dei meloniani, «l’Ager è in pieno caos e il presidente Emiliano continua a tacere, lasciando i sindaci da soli e costretti a ratificare nei bilanci gli aumenti figli delle scelte fallimentari degli ultimi anni».
Le cause? «L’incapacità del governo regionale che a suo tempo decise di non investire sull’impiantistica necessaria ed oggi dovrebbe rimetterci di tasca propria pagando i 60 milioni di euro di aumenti in arrivo. In tutto ciò si assiste ad un monopolio da parte dei gestori privati favorito dalle ultime sentenze che riconoscono loro il diritto a ricevere il conguagli per il mancato adeguamento Istat del triennio 2021-2023. Un salasso che si andrà ad aggiungere alla Tari del 2024 rendendola insostenibile per i cittadini. Una situazione esplosiva che vede numerosi comuni ad un passo dal collasso che rischiano di non riuscire a conferire i rifiuti perché gli impianti sono al limite. Incontrando i sindaci di centrodestra abbiamo condiviso scelte e iniziative che porteremo anche in Consiglio Regionale. Il vero problema è che non c’è una soluzione immediata e più si perde tempo, più i cittadini saranno costretti a pagare gli aumenti. Il fallimento di tutto il sistema è figlio della miopia della giunta guidata da Michele Emiliano che farebbe un vero favore ai pugliesi se si togliesse di mezzo».