È stata depositata stamattina la mozione di sfiducia contro il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, promossa dai consiglieri civici, Massimo Battista (Una città per cambiare Taranto) e Luigi Abbate (Taranto senza Ilva), e del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Svolta liberale e Forza Italia).
Raggiunte le tredici firme, la mozione possa essere discussa in aula.
A sottoscrivere la mozione anche due consiglieri comunali del Partito democratico, Lucio Lonoce e Vincenzo Di Gregorio, che a dicembre avevano votato contro il bilancio preventivo seguendo le indicazioni della segretaria regionale e di quella provinciale (a differenza di altri tre, poi segnalati agli organismi di garanzia del partito). Tra i firmatari anche il consigliere Antonio Lenti di Europa Verde e Gianni Liviano del gruppo Misto (era stato eletto da indipendente nella lista del Pd, di cui era diventato anche capogruppo prima di lasciare l’incarico).
Il sindaco Melucci non è più sostenuto dai partiti di centrosinistra che facevano parte della coalizione risultata vincente alle amministrative del giugno 2022 in seguito alla sua decisione di allargare la maggioranza a Italia Viva.
Altri consiglieri, a quanto si apprende, avrebbero chiesto di modificare parzialmente il testo della mozione per aderire.
«Insieme – sottolineano Lonoce e Di Gregorio, riferendosi a Melucci – abbiamo contribuito alla sua elezione, insieme abbiamo creduto nella necessità di portare avanti quel progetto per il bene della città. Nessuno potrà dire che non ci abbiamo messo passione e impegno, ma di fronte alla virata incomprensibile del primo cittadino, che – aggiungono – ha rinnegato il valore della comunità democratica che lo aveva abbracciato e sostenuto, che ha stravolto la rappresentanza popolare e ciò che era emerso dalle urne in così poco tempo e che ha portato la città a una condizione di instabilità e paralisi grave, riteniamo che quell’esperienza possa ritenersi conclusa».
Lonoce e Di Gregorio, i due più suffragati in assoluto delle amministrative 2022, si «appellano al buon senso di tutti i consiglieri comunali che hanno davvero a cuore il bene della città, chiedendo loro di unirsi nella sottoscrizione e nel voto alla mozione per continuare a dare un futuro al nostro territorio».
La discussione della mozione potrà essere calendarizzata in un periodo compreso tra i 10 e i 30 giorni. Il consiglio comunale di Taranto è composto da 32 consiglieri (oltre al sindaco) e dunque servono 17 voti per ottenere la maggioranza assoluta necessaria.
Nel caso in cui la mozione di sfiducia fosse approvata si determinerebbe lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e se questo avvenisse entro il 24 febbraio i tarantini potrebbero tornare al voto già nel prossimo giugno.