Ancora non si placano le polemiche nel centrosinistra dopo che il sindaco Rinaldo Melucci ha deciso di aderire a Italia Viva, partito che, nonostante non fosse neanche in corsa all’ultima campagna elettorale per le amministrative, ora siede in maggioranza e conta ben sei consiglieri comunali.
Per Democrazia solidale, il gruppo cittadino guidato da Stefano Angelici e Alessandra Lorusso che fa riferimento al consigliere Gianni Liviano, sempre più lontano dal Partito democratico di cui era capogruppo e dalla maggioranza a sostegno di Melucci, «sarebbe troppo facile dire ora: “lo avevamo detto”. Con Liviano avevamo indicato agli amici del Pd che omologare ogni scelta del sindaco, in cambio di aspettative di ruoli, era un grande errore.
Melucci si è sentito autorizzato a fare e disfare fino addirittura a creare una nuova maggioranza rendendo protagonisti coloro che meno di due anni fa lo avevano malamente sfiduciato. Ora ci sono due alternative: la prima è mandare Melucci a casa entro febbraio, in maniera da poter votare a maggio 2024. La seconda è costruire in Consiglio comunale una maggioranza di fatto per fare squadra e confrontarsi sulle scelte migliori per il bene di Taranto».
Nel Pd il segretario cittadino Giuseppe Tursi ha avviato una fase di ascolto nei circoli, a partire da quello di Talsano, che per primo ha levato gli scudi contro il sindaco. C’è voglia di discutere dell’attuale disagio e di ritrovare armonia. Anche dal circolo Cannata, tuttavia, si registrano mal di pancia.
«L’adesione ad Italia Viva del sindaco ha destato sconcerto ed inquietudine nella comunità democratica, fortemente preoccupata per la stabilità dell’amministrazione comunale che può essere insidiata da dinamiche antagoniste tra forze politiche che perseguono strategie contrapposte di visioni e di alleanze» dice la segretaria di circolo Gabriella Fretta, secondo la quale il primato di Iv in Consiglio, con mandarono a casa Melucci, è un «segno di degenerazione politica, non di cambiamento. In tale contesto il Pd deve riaffermare il proprio ruolo di garante del programma di governo “Ecosistema Taranto”, nel rispetto del consenso ricevuto dagli elettori, con particolare attenzione alle questione dell’ex Ilva».