(Adnkronos) – “Mi hanno detto: ‘Vai con la nave e arrivi in Italia, senza specificare dove esattamente’. Era la prima volta che cercavo di venire. Sono salito su una prima nave bianca. Poi abbiamo cambiato barca. Non c’erano salvagenti in nessuno dei due casi. Il mare non ricordo se era agitato. Molte persone si sentivano male. In questo caso potevano salire sopra per poco. Il permesso lo dava il comandante. Sono salito su, si vedevano le luci dell’Italia, il mare era grosso, c’erano onde. Ho sentito una botta, ero sopra. Mi sono salvato a nuoto, salendo sopra un legno. Ci ho messo mezz’ora ad arrivare in spiaggia a nuoto. Ribadisco che ci ho messo mezz’ora e a terra non c’erano ancora i carabinieri”. E’ il racconto di uno dei superstiti del naufragio dello scorso 26 febbraio davanti alle coste di Steccato di Cutro (Crotone) al gip del tribunale dei minori di Catanzaro nell’incidente probatorio di questa mattina. L’indagato è un presunto scafista minorenne, pakistano, che secondo l’accusa avrebbe avuto un ruolo nella traversata.
Sempre oggi è stato ascoltato dal gip un altro naufrago, che ha ripercorso i momenti prima e dopo il naufragio. “La prima barca era buona ma piccola. Poi ci siamo spostati su un’altra barca. La guidavano in tre – racconta il giovane superstite – I viaggiatori erano seduti sotto ma anche nella parte superiore. Potevamo salire tranquillamente sopra e fermarci 10, al massimo 15 minuti. C’erano due persone che accompagnavano le persone su e giù. L’indagato era anche nella prima barca”.
“La seconda barca era vecchia. Non c’erano salvagenti. Respiravo male e quindi salivo sopra – racconta ancora il superstite – Sapevamo solo che ci avrebbero portato in Italia, non dove L’indagato aiutava le persone a salire sopra, traduceva perché parlava turco. Viaggiava sopra, stava con un’altra persona del Pakistan, Uno dei due pakistani ha raccolto dei soldi sulla barca. Anche l’indagato ha raccolto denaro. Giravano con una borsa”.
“Quando stavamo arrivando, la navigazione proseguiva tranquillamente. Il mare era agitato – dice ancora il superstite al gip durante l’incicente probatorio – Eravamo preoccupati. Avevamo anche ansia di arrivare Anche quelli che stavano sopra, erano coperti. Quando il mare si è molto agitato, i comandanti sono scappati Era buio”. “Non so nuotare, mi ha salvato Dio, sono stato espulso verso riva e con l’aiuto di un pezzo di legno. Quando sono arrivato a terra c’erano solo due pescatori, i carabinieri sono arrivati 10/15 minuti dopo”, dice.
E ancora: “Ho pagato il viaggio in contanti in Turchia ma quel denaro è stato tenuto bloccato. Della consegna si è occupato mio cugino. Non so se il denaro è finito nella stessa borsa con cui a bordo è stato raccolto il denaro. Più che una borsa o uno zaino, era un sacco”. L’incidente probatorio proseguirà anche domani mattina per sentire altri tre superstiti.
Mentre si terrà la prossima settimana davanti al gip di Crotone l’incidente probatorio nell’inchiesta che vede indagati gli altri tre presunti scafisti, tutti adulti. (di Elvira Terranova)