(Adnkronos) – “Il luogo naturale per una Supercoppa tra Inter e Milan sarebbe stato lo stadio San Siro, prima che lo distruggano. Anche se, credo, avranno già cominciato a mettere le bombe”. A parlare all’Adnkronos è Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, riferendosi alla finale di Supercoppa italiana 2023 che si disputerà a Riyad, alle 20 di questa sera. Ma anche alla vicenda dello storico stadio milanese, che lo ha recentemente visto protagonista di un duro botta e risposta con il ministro per le Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, favorevole al suo abbattimento per consentire la costruzione di una nuova struttura, per la quale, secondo Salvini, alcuni privati sarebbero già pronti a mettere sul piatto un miliardo di euro.
C’è da dire che in molti si chiedono perché una partita che di fatto è un derby tra rossoneri e nerazzurri si debba giocare al di fuori dei confini italiani. Ebbene: esiste un accordo, firmato nel 2018 tra la Lega Serie A e il ministero dello Sport saudita, in base al quale è stato stabilito che in cinque anni, tre edizioni della Supercoppa sarebbero state organizzate in Arabia Saudita in cambio di un corrispettivo pari a circa 25 milioni di dollari: “Motivi nobili -dice sarcastico Sgarbi-. Visto che in ballo ci sono un sacco di soldi, la fanno all’estero. Ecco -ironizza- questo secondo me è un segnale che tanto vale abbatterlo, questo inutile Meazza”.
In ogni caso, aggiunge, “il tempo gioca a mio favore” e quelli che vogliono abbattere lo stadio San Siro “non ce la faranno mai”. Dunque, “basta aspettare, come fanno i latitanti”. Piuttosto, avverte, “il problema nascerà quando nomineranno il nuovo sovrintendente perché, come dice Salvini, io non ho le deleghe per decidere, ma quando arriverà il nuovo, o la nuova sovrintendente, allora si potrà decidere”. Del resto “il sovrintendente è come un magistrato; farà un’istruttoria per capire qual è la situazione dello Stato, per cui i tempi saranno talmente lunghi che credo che questo governo farà in tempo a completare la legislatura”.