(Adnkronos) – L’Università Lum di Casamassima, a Bari, lancia un ponte verso le imprese dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e annuncia la nascita del Mediterranean Innovation Valley, un nuovo modello di acceleratore diffuso orientato alle aziende dell’area del Mare Nostrum per rafforzare il nostro Sud. Il nuovo passo che viene scandito dal topic “dall’università al mondo del lavoro” e punta a spingere la crescita dei territori meridionali e a fare dei fondi del Pnrr un senso compiuto di sviluppo per il Mezzogiorno. “Io credo che buona parte della crescita dell’Italia sarà collegata alla crescita del Sud” perché è il territorio “che ha più potenzialità di far crescere il Pil in termini complessivi” e “se il Sud cresce il Pil italiano cresce” scandisce il Rettore della Lum Antonello Garzoni, conversando con l’Adnkronos in vista del lancio domani, nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, del Mediterranean Innovation Valley della Lum.
“Se si guarda ad uno sviluppo in cui si va solo a supportare le imprese nella realizzazione di attività digitali ed ecologiche – senza aiutarle a costruire valore e ad uscire dai propri territori per diventare sempre più centrali per la crescita – allora lo sviluppo diventa difficile” osserva il Rettore. “La mia sensazione è che le imprese adesso sono più proiettate verso un orizzonte più ampio rispetto al passato” argomenta il Rettore Garzoni spiegando che nell’Italia della transizione digitale e green, e con l’arrivo sempre più prepotente dell’intelligenza artificiale, le Università stanno cercando velocemente di cambiare volto per non scomparire e per essere pronte a queste sfide e alla formazione dei nuovi modelli di lavoro.
“Il Pnrr è una buona spinta” e aiuta “anche le imprese a cambiare i propri business per pensare in maniera più innovativa” evidenzia Garzoni che domani presenta Mediterranean Innovation Valley alla presenza del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, del Questore del Senato Antonio De Poli, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Matilde Siracusano, e del Direttore del Censis Massimiliano Valerii. Insomma, per evitare l’emorragia di cervelli e per impedire che ragazze e ragazzi italiani cerchino, sempre di più, un futuro all’estero la soluzione non può essere che quella di una sempre più forte collaborazione tra atenei e aziende. Il Rettore sottolinea che “la Lum si pone come acceleratore diffuso, su Bari e nei paesi del Mediterraneo – Nord Africa, Medio Oriente, Balcani – in cui portare conoscenze per far crescere il trasferimento tecnologico e creare nuove imprese” e nuova ricchezza.
Come Lum, prosegue il Rettore, “partiamo da una posizione naturale della Puglia che è il Sud Est dell’Italia ed il Nord Ovest dove c’è buona parte dei Paesi che stanno crescendo: Nord Africa, Medio Oriente e Balcani. C’è una crescita di tutta l’area del Mediterraneo con una forte propensione a guardare all’Italia come modello di ispirazione di vita”. Garzoni sottolinea che l’Ateneo ha “avviato delle iniziative con diversi Paesi – fra cui Tunisia, Algeria, Emirati Arabi o la parte dei Balcani come Albania, Kossovo, Croazia – con cui ci sono relazioni anche progettuali molto orientate anche allo sviluppo della nuova imprenditorialità”.
“Lobiettivo – spiega – è quello di creare un acceleratore di imprenditorialità che possa beneficiare di un mercato più ampio della sola Puglia o dell’Italia ma che metta insieme anche energie e interessi di questi Paesi che, oggi, hanno la necessità di avere imprese che vengono accelerate nell’ottica di iniziative di mercato o piuttosto nella costruzione di una innovazione sostenibile e valida”.
Garzoni indica infine che la “ricerca va sviluppata oggi insieme alle imprese” e che la Lum porta avanti “collaborazioni con grandi imprese, multinazionali italiane e internazionali che vedono Bari come territorio utile per i loro obiettivi” e fra queste ci sono player come “STMicroelettronics, Lutech, Deloitte che hanno avviato laboratori insieme a noi per iniziare a co-progettare attività di innovazione da portare avanti in questo nuovo centro”. (di Andreana d’Aquino)