«Anche in questa scuola ci sono stupratori che circolano nei corridoi e che, tra l’altro, sono gli organizzatori delle manifestazioni antiviolenza». Stanno suscitando scalpore le dichiarazioni di una studentessa del liceo classico e musicale “Giuseppe Palmieri” di Lecce.
La frase è stata pronunciata nell’atrio della scuola, durante un evento organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Sul cancello d’ingresso del plesso scolastico alcuni studenti hanno affisso 214 scarpe di colore rosso, a simboleggiare le 117 vittime di femminicidio che si contano in questo 2023.
Durante la manifestazione la giovane studentessa si è resa protagonista di un intervento che suona come un vero e proprio atto di accusa, rivelando che anche nella sua scuola, tra i corridoi, circolano stupratori, proprio quelli che poi organizzano le manifestazioni dalle scarpette rosse.
L’evento è stato trasmesso in diretta sul canale Youtube della scuola, video che è stato poco dopo rimosso, ma che nel frattempo aveva fatto il giro sui vari gruppi WhatsApp, soprattutto quello dei genitori degli studenti che si sono subito allarmati e alcuni anche sentiti offesi dall’accusa mossa nei confronti dei loro figli. Anche la dirigente scolastica ha appreso con stupore quanto accaduto, annunciando approfondimenti per tutelare l’immagine della scuola e delle persone che la frequentano.
Gli studenti si stavano confrontando sul tema, approfondendo la figura di killer e vittime analizzate attraverso la loro scrittura. Pochi minuti prima della fine dell’incontro, tra gli interventi, si è registrato anche quello della studentessa, che ha voluto far sapere la sua opinione.
La giovane ha richiamato l’attenzione sul fatto che lo stupratore può essere ovunque, anche in una scuola d’eccellenza come il liceo “Palmieri”, e che non c’è da meravigliarsi se chi assume comportamenti poco consoni sono quelli che lottano per la legalità.
La frase potrebbe essere stata anche interpretata male, o la studentessa potrebbe aver sbagliato le modalità di espressione del proprio concetto, fatto sta che la dirigente vuole vederci chiaro. «Non ero presente perché occupata in quel momento con ospiti in presidenza – afferma la dirigente dell’istituto Loredana Di Cuonzo – ma mi sento di dire che possa essersi trattato di un concetto più generalizzato. Tuttavia se al termine delle verifiche le evidenze saranno altre e le parole espresse più dirette ed esplicite, dovrò procedere con una denuncia formale». Anche sui social c’è chi commenta invitando la ragazza a denunciare nelle sedi opportune eventuali episodi di violenza e di non gridare “al lupo, al lupo”.