(Adnkronos) – Il presidente del Consiglio Mario Draghi resta anche questa settimana in testa alla classifica del sentiment social dei leader, con un dato positivo del 61,29%. A seguire Giorgia Meloni, che con il 58,73% consolida il suo secondo posto (primo se consideriamo solo i capi di partito) e Giuseppe Conte. L’ex premier frena il calo delle ultime due settimane e raccoglie il 55,14%. E’ quanto emerge dal report sui leader realizzato in esclusiva per Adnkronos da Spin Factor, società leader a livello nazionale nella consulenza strategica politica e istituzionale attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening realizzata con algoritmo a base semantica italiana.
Al centro della classifica figurano Matteo Renzi (52,42%) e Silvio Berlusconi (50,95%), che nelle ultime settimane hanno consolidato un trend in lenta ma costante risalita ed Emma Bonino (50,30%), che riesce a contenere in maniera abbastanza indolore la rottura della federazione tra +Europa e Azione. Scivola in terzultima posizione Carlo Calenda. E’ suo il calo più importante: sentiment positivo giù del 4,11%.
“Sapientemente Giorgia Meloni sta navigando a velocità di crociera: la leader di Fdi è consapevole che non è sua convenienza accendere una campagna elettorale in cui parte da favorita. D’altra parte il centrosinistra e il centro tra alleanze fatte e disfatte, litigi sugli accordi, stanno facendo di tutto per dare una prova di scarsa compattezza e dunque rafforzare il posizionamento monolitico del blocco di centrodestra sceso in campo con il classico e consolidato schema delle tre punte” è il commento di Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor.
Brunetti osserva che la strategia della Meloni, “la leader che sta affrontando meglio di tutti questo periodo, è assolutamente vincente. Parafrasando la favola di Esopo della cicala e la formica potremmo dire che mentre lei ed i suoi durante la legislatura hanno lavorato con coerenza e strategia per prepararsi alle elezioni, altri non hanno fatto altrettanto. E adesso gli tocca ballare”.
Mentre “Carlo Calenda paga pesantemente in termini di consenso social il disorientamento provocato agli elettori dovuto prima dall’accordo con il Pd – che già aveva fatto storcere il naso a parte degli utenti – poi, dopo pochi giorni, dalla sua rottura. Al netto delle questioni di merito politico – su cui non è nostro compito pronunciarci – i temi centrali per il consenso social restano l’identità e la credibilità del leader, su cui fino a qualche giorno fa il leader di Azione aveva lavorato bene, polarizzando e umanizzando” dice Brunetti.
“Calenda l’anno scorso ha portato avanti una grande battaglia sulle comunali di Roma in antitesi al Pd. Stringere un accordo elettorale proprio con quel partito è apparso innaturale per chi trovava convergenza in un messaggio politico basato molto sulla differenziazione tra Azione e i dem, vissuta come un valore. Rivedere poi l’accordo dopo pochi giorni ha finito per confondere ulteriormente gli utenti che – questo va sempre tenuto presente – chiedono chiarezza” spiega il founder di Spin Factor.
“Ovviamente l’accordo con Renzi – che invece, seppur da outsider, sta raccogliendo i risultati di un posizionamento assolutamente coerente ed equidistante da centrosinistra e centrodestra – se ben gestito comunicato può far riprendere vigore al progetto e superare questa battuta d’arresto. Questa campagna elettorale ci sta insegnando quanto la ricerca del consenso immediato sia liquida e non patrimonializzabile. Dunque sono i singoli eventi spesso a generare ascese o cadute”, conclude.