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Space Economy, fatturato globale raddoppia a 447 mld dollari

(Adnkronos) - Il fatturato globale della Space Economy è più che raddoppiato negli ultimi 15 anni passando dai 176 miliardi di dollari del 2005 ai 447 miliardi del 2020. Sono i primi dati raccolti dal See Lab, lo Space Economy Evolution Laboratory di Sda Bocconi, e che l'Adnkronos ha potuto visionare in vista della Quarta…

(Adnkronos) – Il fatturato globale della Space Economy è più che raddoppiato negli ultimi 15 anni passando dai 176 miliardi di dollari del 2005 ai 447 miliardi del 2020. Sono i primi dati raccolti dal See Lab, lo Space Economy Evolution Laboratory di Sda Bocconi, e che l’Adnkronos ha potuto visionare in vista della Quarta conferenza annuale del See Lab che si tiene lunedì prossimo. Il 27 giugno il primo laboratorio di ricerca sulla Space Economy chiama infatti a raccolta istituzioni, accademici, e aziende del mondo spaziale per discutere “il valore di un approccio integrato alla ricerca nel supportare tanto il settore spaziale che quello non spaziale”. “Dire che l’economia dello spazio sia in pieno sviluppo suona riduttivo” sottolineano dal See Lab, un laboratorio nato dall’idea visionaria degli scomparsi astrofisico Giovanni Bignami ed economista Andrea Sommariva ed alla cui guida è stata chiamata oggi l’astrofisica Simonetta Di Pippo, appena rientrata in Italia dopo aver guidato per 8 anni l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico, con sede a Vienna. “Oggi la space economy vale oltre 400 miliardi di dollari e si stima che diventerà una delle economie portanti del futuro, fungendo da volano per tutte le altre economie” rileva la direttrice Simonetta Di Pippo. “È importante chiarire un aspetto: l’economia dello spazio non è solo il futuro. È il presente” spiega ancora Di Pippo che rileva come “dati e infrastrutture che derivano dall’ attività spaziale
giocano, e giocheranno sempre di più in futuro, un ruolo chiave nel miglioramento della qualità della vita sulla Terra. Si pensi, ad esempio, al ruolo fondamentale delle tecnologie satellitari non solo nelle comunicazioni ma anche nella gestione degli effetti del cambiamento climatico”. A confrontarsi su questi temi alla conferenza di lunedì, che viene aperta dal presidente dell’Università Bocconi Mario Monti, interviene anche il ministro dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale con delega allo Spazio, Vittorio Colao. Al Forum prendono parte, tra gli altri, anche l’astrofisica Patrizia Caraveo dell’Inaf; l’astronauta dell’Esa e generale dell’Aeronautica Militare Italiana, Roberto Vittori; il presidente della Fondazione Leonardo, Luciano Violante; il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia; Giulio Ranzo, Ceo di Avio; Luigi Pasquali, Ceo di Telespazio; Massimo Comparini, Ceo di Thales Alenia Space; Andrea Falleni, Ceo di Capgemini; Luca Rossettini, Ceo D-Orbit  

E c’è un totale fermento attorno alla Space Economy globale e, in questo panorama, nelle attività spaziali vede sempre più protagoniste le aziende al fianco delle istituzioni. Un quadro in cui “diventa cruciale un’analisi multidisciplinare non solo degli impatti che la space economy produce sul futuro sviluppo dell’esplorazione spaziale stessa, ma anche delle sue enormi ricadute economiche, ambientali e sociali, sulla Terra”. Per questo il See Lab, lo Space Economy Evolution Laboratory di Sda Bocconi, dedica al ruolo della ricerca multidisciplinare nella space economy il tema della Quarta conferenza annuale organizzata a Milano lunedì prossimo, 27 giugno, e che chiama a raccolta istituzioni e aziende per discutere il valore di un approccio integrato alla ricerca nel supportare tanto il settore spaziale che quello non spaziale. 

Proprio lo sviluppo delle tecnologie satellitari è stato oggetto di uno delle analisi recenti del See Lab di Sda Bocconi che, in collaborazione con il Cnr, ha condotto uno studio dal titolo “Economic Theory Applied to Space Debris Scenarios” volto a stimare il rischio di collisione tra satelliti attivi e detriti spaziali nell’orbita bassa terrestre (Leo, Low Earth Orbit, a 400 chilometri di altezza dalla Terra) e a esplorare gli incentivi economici per gli operatori satellitari ad adottare misure di mitigazione del rischio. Tali analisi hanno consentito di valutare se un contesto di libero mercato possa stimolare la formazione di soluzioni in grado di rispondere alla sfida dei detriti spaziali (ovvero se fornisca agli operatori l’incentivo economico ad adottare o sviluppare misure di mitigazione), o se sia necessario l’intervento delle istituzioni pubbliche per finanziare strategie di mitigazione e, in particolare, lo sviluppo e l’adozione di tecnologie complesse. Dall’orbita bassa terrestre all’esplorazione e all’utilizzo delle risorse lunari, le attività recenti dello Space Economy Evolution Laboratory si sono concentrate anche sulla sostenibilità economica del mercato commerciale lunare, la quale dipenderà dalla domanda di prodotti e servizi basati sulla Luna distribuiti sulla Luna e, in minor misura, sulla Terra come, ad esempio, la produzione di propellente dal ghiaccio lunare per il rifornimento dei razzi. Su questo fronte, il See Lab Bocconi, all’interno del Moonlight Initiative dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ha prodotto una valutazione preliminare dei possibili casi commerciali futuri, tenendo conto della domanda potenziale sia dalla Luna che dalla Terra. Spazio per lo Spazio e Spazio per la Terra, queste le due grandi direttrici di ricerca e disseminazione del sapere dello Space Economy Evolution Lab di Sda Bocconi. Lanciato nel 2018, sotto la guida dell’economista Andrea Sommariva e nato da una idea visionaria sua e dell’astrofisico Giovanni Fabrizio Bignami, il See Lab può contare sulla partnership con numerose aziende, non solo direttamente legate alle attività spaziali, a sottolineare l’importanza strategica che l’economia dello spazio sta giocando nel mercato. Con il recente ingresso di Capgemini, le partnership del See Lab oggi abbracciano imprese quali Avio, D-Orbit, Space Alliance (Telespazio e Thales Alenia Space) e Sitael. 

 

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