Histeria, un celebre film del 2011 diretto da Tanya Wexler e interpretato da Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Felicity Jones, Rupert Everett e Jonathan Pryce, raccontava con elegante ironia la storia della scoperta del primo vibratore femminile nel 1880, con lo scopo di curare quella che allora era diagnosticata come isteria femminile. La medicina, la scienza, la tecnologia e l’emancipazione nel frattempo hanno fatto molti passi avanti; ma non altrettanti i nostri tabù.
Parlare esplicitamente di sessualità e viverla liberamente nel 2022 può creare ancora reazioni di scherno, imbarazzo, silenzio, evitamento, se non di fuga, (pre)giudizio e bullismo. Eppure, una sessualità sana è sinonimo di salute, amore, diritti, autostima, gioia, libertà, conoscenza di sé, creatività. Ne sono convinte, dati e studi internazionali alla mano, Antonella Amoruso, Anna Nadia Amoruso e Silvia Petrella, tutte baresi fra i 32 e i 46 anni, coraggiose e determinate che, con l’aiuto di un socio finanziatore, Vittorio Ignazzi, non solo hanno fondato un’azienda di e-commerce dedicata ai sex toys sicuri, “SexJujube” (“giuggiole sexy”), ma anche un’associazione a essa collegata: Amami Giocando (amamigiocando.it), con lo scopo di parlare, informare, educare alla sessualità, e lottare contro ogni discriminazione di genere e fisica.
La vostra parola d’ordine è?
«Inclusività. Ci rivolgiamo a uomini, donne, coppie, etero e LGBTQ+(acronimo di lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer e ogni altro orientamento sessuale e identità di genere che non rientrano nelle precedenti definizioni), e al mondo della disabilità», risponde Antonella Amoruso, responsabile della parte tecnologica e di e-commerce.
Al suo fianco, Silvia Petrella, che si occupa della comunicazione: «Il nostro obiettivo è arricchire la conoscenza del mondo della sessualità con creatività, arte, ricerca e associazionismo guardando al sex toy non solo come oggetto di piacere ma anche di conoscenza di sé stessi e sé stesse. Per farlo abbiamo scelto un linguaggio colorato, gioioso, anche divertente, in grado di arrivare con efficacia, semplicità e leggerezza a tutte e tutti. Perché distinguere non ci piace. Siamo tutte e tutti uguali, con gli stessi diritti, anche a una vita sessuale piena e soddisfacente».
Anche se sono una persona con disabilità?
«Naturalmente», interviene Anna Nadia Amoruso, responsabile della parte amministrativa. «Su questo c’è un enorme bisogno di informazione: l’idea più comune è che con tutti i problemi che hanno le persone con disabilità, la sessualità non sia certo una priorità; ma non è così, siamo tutte persone fatte di corpo, emozioni, desideri e fantasie: godere è un diritto di tutte».
Questa visione, condivisa da tutte e tre, è alla base di una ricerca, che conducono con la collaborazione di professioniste e professionisti in psicologia e psicosessuologia, Azzurra Carrozzo e Michele Laforgia, e che approfondisce sia l’aspetto dell’utilizzo dei coloratissimi giochi che propongono, sia la loro sicurezza. «I materiali e le vibrazioni dei sex toy sono importanti per il nostro benessere, ma non esiste una legge che ne regolamenti la produzione; è per questo che portiamo avanti lo studio sui materiali sicuri per il corpo e le vibrazioni migliori per il benessere sessuale, informando ed educando le persone a prendersi cura di sé. Ogni prodotto con materiali “bodysafe” e le migliori vibrazioni viene contrassegnato da bollini identificativi di nostra creazione e dove applichiamo il bollino della disabilità sono presenti anche consigli extra che riguardano accessibilità e benefici».
State colmando una lacuna importante.
È Silvia Petrella a riprendere la parola: «Oltre che il nostro lavoro, è il nostro modo per occuparci di educazione alla sessualità e dei suoi diritti, non solo per dare voce alle lotte su questo tema ma anche per far cadere tabù e pregiudizi».
Quanti ne state incontrando?
«Le difficoltà sono state e sono enormi, dai “no” conditi di sorrisetti delle banche a cui ci siamo rivolte inizialmente, alle espressioni giudicanti di chi scopre in una qualunque chiacchierata cosa facciamo per vivere. Ma i dati parlano chiaro (sia quelli sociologici, sia del mercato degli acquisti online) e oggi li guardiamo, sorridiamo e andiamo avanti più determinate che mai: gli ostacoli li faremo crollare noi», conclude Antonella.