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Sanità pugliese al collasso: i dem “processano” Palese. Al suo posto potrebbe arrivare Pentassuglia

Conti in rosso già a metà del 2023, spesa farmaceutica alle stelle e nessun segnale di risparmio, assunzioni al palo, ospedali e strutture sanitarie al collasso. Questi alcuni degli scricchiolii registrati dalla sanità pugliese che resta un malato grave su cui la politica sembra aver messo gli occhi addosso. Segnali sinistri per l’assessore tecnico alla…

Conti in rosso già a metà del 2023, spesa farmaceutica alle stelle e nessun segnale di risparmio, assunzioni al palo, ospedali e strutture sanitarie al collasso. Questi alcuni degli scricchiolii registrati dalla sanità pugliese che resta un malato grave su cui la politica sembra aver messo gli occhi addosso.

Segnali sinistri per l’assessore tecnico alla salute Rocco Palese che l’altro giorno è stato convocato dal gruppo regionale del Pd. Un incontro non ufficiale che però si è trasformato in un vero e proprio conclave durato oltre due ore nella sala riunione del primo piano. Presenti il capogruppo Filippo Caracciolo ed i consiglieri regionali Lucia Parchitelli, Debora Ciliento, Maurizio Bruno e Michele Mazzarano.

In primo piano la questione della carenza del personale, il problema dei problemi secondo i consiglieri dem che condanna l’assistenza sanitaria in Puglia ad una specie di ruota della fortuna fra liste d’attesa infinite, viaggi della speranza, assenza di organizzazione e mancate risposte dalla medicina territoriale. Di qui la richiesta di chiarimenti urgenti sulle assunzioni.

Il Pd ha chiesto di sbloccare i nuovi ingressi ed allunare il monte ore dei precari in servizio nelle sei sanità service commissariate l’estate scorsa. Ma soprattutto l’avvio delle assunzioni in Asl, ospedali e strutture sanitarie seguendo le indicazioni del piano dei fabbisogni già approvati in ognuna delle dieci aziende pugliesi. In base ai dati per rimpolpare gli organici ed offrire un’assistenza adeguata servirebbero non meno di 5 mila nuove unità fra medici, infermieri, tecnici, ausiliari, ed altre figure per una spesa complessiva preventivata di circa 250 milioni di euro. Innesti che andrebbero ad aumentare la dotazione attuale di circa 46 mila addetti del comparto.

Dopo gli interventi dei consiglieri regionali Pd c’è stata la replica conclusiva dell’assessore alla sanità Palese. «Le richieste – ha subito chiarito – sono irricevibili a causa delle finanze dissestate del comparto sanitario che con il trend attuale di uscita galoppa verso lo stesso maxi deficit del 2022 da circa 450 milioni di euro. Un buco che quest’anno non potrà essere compensato dal payback per farmaci e dispositivi medici e sanitari e nemmeno da un aumento del fondo di riparto nazionale che ad oggi resta una semplice “promessa” da parte del governo centrale». Palese ha predicato calma e gesso vista la delicata situazione in cui versa la sanità pugliese vincolata dal piano di rientro e dall’occhio poco benevolo di Palazzo Chigi che sta solo aspettando il momento giusto per commissariare la Puglia. L’assessore ha garantito che i piani assunzionali saranno approvati nel giro di una decina di giorni dalla giunta regionale, ma subito dopo aggiunto che la dotazione sarà di gran lunga inferiore ai fabbisogni, non più di un terzo con la possibilità a stento di assicurare la copertura del turn over, il personale che va in pensione. Prima del via libera, ha aggiunto, ci sarà un incontro allargato con tutto il gruppo Pd.

In precedenza, invece, sulla stessa questione Palese è stato ascoltato in presidenza dal governatore Emiliano e dal capo di gabinetto, professor Catalano. Un vertice molto teso in cui l’assessore ha dovuto spiegare i motivi del ritardo registrato sui piani assunzionali e sulle lamentele piovute dai territori. Un quadro nebuloso con diverse ombre sull’operato dell’assessorato che mettono sulla graticola la poltrona di Palese.

Non si esclude un cambio in corsa con la sostituzione dell’assessore ex centrodestra al posto del quale potrebbe arrivare l’attuale delegato all’agricoltura, l’assessore Donato Pentassuglia. Una sostituzione già circolata in passato, ma che ora potrebbe concretizzarsi.

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