(Adnkronos) – Salario minimo, dibattito aperto in Italia con la misura diventata cavallo di battaglia del M5S e del suo leader, Giuseppe Conte, che ancora oggi ne è tornato a parlare definendola “doverosa e necessaria” per il Paese. Ma cos’è e come funziona
Il salario minimo è, come da nome, una retribuzione minima totale tutelata dalla legge, che fisserebbe così una soglia base di stipendio con un importo sotto il quale i datori di lavoro non potrebbero retribuire il lavoratore. Al momento, tuttavia, all’interno dell’Unione Europea non esiste una legislazione uniforme in materia. Sono 21 gli Stati su 27 che però hanno varato leggi sul tema, mentre i restanti 6 paesi (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) affidano l’individuazione della paga base ai vari contratti collettivi delle diverse categorie.
Per quanto riguarda l’Italia in particolare, il salario minimo è tornato sotto i riflettori della Commissione Lavoro del Senato il 10 maggio scorso. Dopo mesi di stand by è infatti ripreso l’iter parlamentare del ddl, a firma dell”ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, testo base al centro della discussione per il riconoscimento, nei contratti, di una retribuzione complessiva non inferiore a 9 euro l’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali. Un tema, questo, spinto in avanti, oltre che dal pressing dei 5 Stelle, anche dal dibattito politico ed economico sulla necessità di più salario in busta paga per consentire ai lavoratori di far fronte ad un aumento del costo della vita legato ad un’inflazione in forte crescita.