È un sorriso che non si spegne quello di Gianfranco Lupo, che a undici anni ha detto addio alla sua famiglia dopo una lunga malattia, ma che rivive ogni giorno nelle opere dei suoi genitori, Maria Teresa D’Oronzio e Michele Lupo, i quali si sono adoperati per raccogliere fondi a sostegno della fondazione che porta il nome del loro prezioso bambino.
I coniugi Lupo hanno vinto il sondaggio lanciato dal nostro giornale sul personaggio lucano dell’anno con 2881 voti e lo scorso novembre sono stati insigniti dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, del titolo di Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per l’impegno profuso nel miglioramento delle condizioni dei piccoli malati onco-ematologici della Basilicata”.
«Quando è arrivata la telefonata dal Quirinale, non volevamo rispondere – dice Michele Lupo -. Erano circa le 14.30 e, normalmente, a quell’ora le telefonate sono tutte di natura pubblicitaria e commerciale. Quando gli squilli si sono fatti insistenti, mi sono deciso e, con mia grande sorpresa, per non dire incredulità, ho ricevuto quella straordinaria notizia».
La signora D’Oronzio ricorda il momento dell’annuncio e l’esperienza indimenticabile della cerimonia al Quirinale: «Quando ci siamo resi conto che non si trattava di uno scherzo, abbiamo provato una forte emozione. A Roma è stato commovente, abbiamo conosciuto tante persone, portatrici ognuna di storie particolari. Non ci conoscevamo, ma, istintivamente, ci siamo sentiti una grande famiglia. Non avremmo mai pensato di arrivare un giorno al Quirinale. Tutto quello che abbiamo fatto finora con la Fondazione, è stato per la memoria di nostro figlio, che aveva una propensione particolare ad aiutare gli altri. Pensava a quando sarebbe guarito, voleva che adottassimo un fratellino per vivere più in armonia con le sue due sorelle. Una di loro si è laureata in biologia molecolare per studiare meglio la malattia di Gianfranco. Noi abbiamo, semplicemente, appreso la grande lezione che ci ha lasciato e speriamo, con il nostro impegno, di aiutare tanti bambini e tante famiglie che vivono gli stessi problemi che abbiamo affrontato noi».
Prima di parlare delle attività della Fondazione, Michele Lupo si sofferma un attimo sulla simpatia contagiosa di Gianfranco: «Mia moglie ha ragione. Nostro figlio è stato un grande maestro di vita. Anche quando era ricoverato all’ospedale pediatrico di Monza, dove è mancato, continuava a raccontare le barzellette ai professori che lo curavano. Per questo, abbiamo il dovere di non far morire quel sorriso. Abbiamo avuto la forza di trasformare un dolore inenarrabile in un grande atto di amore solidale. Ma questo è stato possibile grazie ai tanti sostenitori che ci hanno accompagnato in questi anni, che sono i veri protagonisti sia della onorificenza della Repubblica, sia del sondaggio che ha lanciato il vostro giornale. I lucani dell’anno sono tutti quelli che hanno creduto in questa associazione e che ci sostengono».
La Fondazione che porta il nome del piccolo Gianfranco si occupa di raccolte fondi e assegna delle borse di studio nel campo della ricerca. Inoltre, offre assistenza alle famiglie dei bambini malati per quanto riguarda il trasporto e l’ospitalità nei luoghi in cui vengono effettuati le cure e i ricoveri.