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Recovery Sud, la rete dei sindaci del Mezzogiorno diventa un’associazione: nasce Assi

Si chiama Assi, Associazione dei sindaci del Sud Italia, e conta già 37 soci fondatori e 323 aderenti (con delibera di giunta) alla Rete Recovery Sud, oltre a centinaia di simpatizzanti. L'associazione, evoluzione della rete dei sindaci meridionali, nascerà formalmente giovedì prossimo, ad Acquaviva delle Fonti, comune capofila il cui primo cittadino, Davide Carlucci, martedì…

Si chiama Assi, Associazione dei sindaci del Sud Italia, e conta già 37 soci fondatori e 323 aderenti (con delibera di giunta) alla Rete Recovery Sud, oltre a centinaia di simpatizzanti.

L’associazione, evoluzione della rete dei sindaci meridionali, nascerà formalmente giovedì prossimo, ad Acquaviva delle Fonti, comune capofila il cui primo cittadino, Davide Carlucci, martedì sarà ascoltato in audizione in Senato dalla Commissione affari costituzionali in merito al dossier “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario”.

La prima rete degli amministratori del Mezzogiorno nasce nel febbraio del 2021 per chiedere al Governo di accelerare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, straordinaria occasione per attuare politiche di superamento dei divari territoriali. Tra le prime richieste quella di mettere i Comuni, a corto di personale e di risorse, in condizione di non perdere questa chance storica. Il suggerimento non è stato accolto e i risultati fallimentari della spesa del Pnrr sono sotto gli occhi di tutti.

Numerosi sono stati gli incontri con gli esponenti del Governo Draghi per chiedere anche di incrementare le risorse per il Sud che sono passati così da una previsione iniziale del 34% al 40% del totale dei fondi del Pnrr. Una cifra inferiore a quanto sarebbe stato corretto in base ai parametri europei a base dello stanziamento dei finanziamenti tra i vari Paesi membri (68%) ma comunque superiore rispetto a quanto disposto inizialmente.

La rete Recovery Sud ha presentato un Libro Bianco con le esigenze dei Comuni del Sud e una petizione alla Commissione europea. È stata audita a Bruxelles, presentando un dossier che attualmente è all’attenzione della Commissione Regi per lo sviluppo regionale.

Venti candidati alle elezioni del 2022, tre dei quali sono stati eletti, hanno inoltre aderito all’Agenda Sud presentata dai sindaci meridionali: un decalogo che chiede di dare priorità agli interventi che azzerino le differenze tra le aree più o meno ricche del Paese.

Infine la Rete ha organizzato la prima e finora unica manifestazione nazionale contro l’autonomia differenziata a Napoli il 17 marzo, “Uniti e Uguali”, oltre a varie iniziative che hanno contribuito a raggiungere il risultato delle oltre centomila firme raccolte per la Legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata presentata dal Comitato per la democrazia costituzionale.

A Bologna Recovery Sud ha promosso l’iniziativa “Inseparabili”, promuovendo la solidarietà tra i meridionali emigrati al Nord e le città che li ospitano in alternativa alla “secessione dei ricchi” proposta attraverso il disegno di legge Calderoli.

Ora la Rete si costituisce in un’associazione, Assi, alla quale possono aderire con una delibera di giunta, gratuitamente, tutti i Comuni interessati. È prevista anche la possibilità che possano farne parte anche semplici cittadini come “soci aderenti”.

Il Consiglio direttivo che sarà eletto il 25 prevede un socio ordinario per ogni Regione del Sud, cinque componenti scelti fra i soci aderenti e due tra i soci fondatori. Le richieste di adesione vanno presentate attraverso una scheda che viene qui allegata.

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