Quattro ragazzi di origine egiziana, non ancora maggiorenni, ospiti di una comunità di accoglienza ad Andria, sono stati aggrediti da un gruppo di circa venti persone, con i volti coperti da maschere e armati di spranghe e bastoni. Due 16enni sono finiti in ospedale.
A denunciare quanto accaduto ieri sera nella villa comunale del co-capoluogo della Bat è l’assessore alla Sicurezza del Comune di Andria, Pasquale Colasuonno.
«I quattro ragazzini si trovavano all’interno della villa comunale nei pressi dei bagni pubblici e una volta attaccati sono fuggiti cercando riparo all’interno di un bar della zona», spiega Colasuonno.
I titolari dell’attività commerciale sono riusciti ad allontanare gli aggressori che, però, avrebbero lanciato contro il bar alcune pietre.
Due dei ragazzi aggrediti sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari per le contusioni riportate e sono stati accompagnati in ospedale. Lì, spiega Colasuonno, «ho trovato due ragazzini non ancora maggiorenni doloranti, spaesati e impauriti, che non si spiegavano il perché dell’aggressione. E tutt’ora il movente resta misterioso. Nella mia testa – scrive l’assessore – continua a farsi avanti l’idea del movente razziale, ma è un’idea che cerco rimandare indietro perché se così fosse sarebbe gravissimo e nauseante».
Stando a quanto comunica lo stesso Colasuonno, sono in corso indagini per individuare gli aggressori: sarebbero stati ascoltati alcuni testimoni e i ragazzi aggrediti e sono state acquisite le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. «Per ora nessuna pista è esclusa e la priorità resta risalire all’identità degli aggressori. I ragazzi hanno tutti regolare permesso di soggiorno», conclude Colasuonno.
La consigliera regionale del Movimento 5 stelle, Grazia Di Bari, evidenzia che l’episodio di ieri è avvenuto «a distanza di una settimana da quanto successo a un diciottenne aggredito per due giorni di seguito per il suo orientamento sessuale». Di Bari sottolinea che «serve sicuramente una maggiore dotazione dell’organico delle forze dell’ordine, ma è necessario che le istituzioni assieme al mondo della scuola e alle associazioni lavorino puntando sulle politiche culturali per dare un futuro diverso alla città» e invita tutta la comunità a reagire «perché nessuno deve poter pensare che questi episodi non lo riguardino. La reazione deve essere di tutta la comunità», conclude Di Bari.