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Puglia e Basilicata trainano la crescita del Pil al Sud: nel 2023 il Mezzogiorno meglio del Centro

Nel 2023 il Pil della Puglia continuerà a crescere e lo farà dello 0,73%. Più della media delle regioni meridionali, che si fermerà a +0,64%. Secondo le previsioni della Cgia di Mestre farà da traino a tutto il Mezzogiorno la cui economia, a sua volta, andrà meglio di quella delle regioni del Centro Italia. La…

Nel 2023 il Pil della Puglia continuerà a crescere e lo farà dello 0,73%. Più della media delle regioni meridionali, che si fermerà a +0,64%. Secondo le previsioni della Cgia di Mestre farà da traino a tutto il Mezzogiorno la cui economia, a sua volta, andrà meglio di quella delle regioni del Centro Italia.

La fotografia scattata dall’importante istituto di ricerca promuove anche la Basilicata che, dopo la Puglia, è l’area che mostrerà più vitalità in termini di produzione da Roma in giù (+0,71%). Una previsione positiva per le due regioni, dunque, ma che non deve distogliere l’attenzione sulla crescita di distacco tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige e il resto d’Italia. Cresceranno di più e più velocemente di tutte le altre, con incrementi del pil superiori allo 0,77%.

Ragionando per macroaree, nel Mezzogiorno è prevista un aumento della crescita dello 0,64% (+3,39%), al Centro dello 0,53% (+3,66%), nel Nord Est dello 0,80% (+3,79%) e nel Nord Ovest dello 0,74% (+3,79%). A guidare la crescita del Paese, dunque, saranno la Lombardia e tutte le regioni del Nordest. L’anno scorso la regione che è cresciuta maggiormente è stata la Lombardia che ha registrato un significativo +3,93 per cento. Quest’anno il primato dovrebbe spettare al Friuli Venezia Giulia e al Veneto.

«Il nuovo triangolo industriale – si legge nel report della Cgia di Mestre – ha mantenuto fermo il vertice su Milano, ma, rispetto alla versione storica, è ruotato di 180 gradi, posizionando i due nuovi ipotetici vertici su Bologna e Venezia. Questa nuova collocazione geografica che, comunque, comprende tutto il Nordest, “emerge”, in maniera plastica, anche dal risultato del conteggio del numero dei veicoli pesanti che transitano lungo le autostrade del Nord. Se sull’A4 Torino-Milano il numero medio giornaliero dei Tir è pari a 13.432, sull’A4 Milano-Brescia è di 26.108, quasi il doppio, e sul tratto dell’A4 Brescia-Padova è di 28.795, più del doppio».

Nonostante si sia distanti dalla crescita del 2022, che è stata spinta anche dalla repentina ripresa dell’economia dopo il Covid 19 (del 3,67% a livello nazionale), la produttività italiana, secondo le previsioni, continuerà a dare importanti segnali di resilienza nei prossimi mesi. “Nel 2023 i consumi delle famiglie, gli investimenti e la produzione industriale- si legge nello studio – si manterranno su soglie importanti. Le presenze turistiche sono destinate a toccare quelle registrate prima dell’avvento del Covid. Per contro, a soffrire saranno, in particolar modo, l’edilizia, che sconterà la progressiva riduzione dei bonus, e l’agricoltura che già adesso soffre tremendamente l’emergenza idrica e la difficoltà di reperire personale”. Il radicale ridimensionamento del Superbonus e degli incentivi fiscali, dunque, avrà un impatto considerevole, secondo la previsione, sul Pil che però resterà positivo, non innescando la recessione.

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