«Noi foggiani finiamo sempre in mezzo, comunque a me è sembrato un viaggio surreale, ho pensato ad un fake tanto era assurdo». Lo dice, in un’intervista rilasciata all’Ansa, Amedeo Grieco, attore che con Pio D’Antini compone una coppia comica irresistibile, a proposito del racconto estivo di Alain Elkann in treno per Foggia con i lanzichenecchi, pubblicato qualche settimana fa su la Repubblica. E Pio aggiunge: «Ho avuto lo stesso approccio di mia mamma con TikTok, l’incredulità».
In autunno a teatro, a Natale al cinema con il nuovo film, in primavera in tv. Pio e Amedeo stanno ottenendo un successo straordinario. «Il pubblico ci sostiene e ne abbiamo un rispetto immenso» dice il duo comico che di freddure, risate anche grasse e sberleffo pesante hanno fatto una loro cifra identitaria, su una linea che prosegue il tracciato di Checco Zalone.
Non a caso a dirigere i due attori di Foggia nel nuovo film che hanno appena finito di girare è Gennaro Nunziante, lo stesso di tanti blockbuster di Zalone. E non solo, un altro padre putativo è Lino Banfi di cui sanno recitare a memoria tutte le battute dei film (a Marateale a luglio i tre hanno dato una prova di spassosa sintonia). Spesso accusati di volgarità, i due sottolineano che «la libertà di parola, soprattutto se si è comici, non dovrebbe essere mai ristretta, messa in discussione – dice Pio – e poi è una questione di responsabilità rispetto ad una società che si sta troppo intristendo. Tutto è lecito, mai mettere il bavaglio ad un comico. Il politicamente corretto, come pure rimarca Carlo Verdone, uccide la commedia». Amedeo incalza: «Ridere fa bene e per far ridere per forza devi esorcizzare i lati deboli della società e comunque scherzarci su non cambia le sorti, qualunque cosa giustifica una risata, tranne il razzismo: quello non lo sopporto, anche il razzismo di classe, è insopportabile».
Le riprese del film sono appena finite, il titolo “Come può uno scoglio” è una citazione musicale di Battisti? «Sì la musica è molto presente – dice D’Antini – da qui a definirla una svolta musicale di Pio e Amedeo forse è tanto, perché non ci prendiamo mai troppo sul serio, ma la storia segue un po’ anche noi, che ormai abbiamo compiuto 40 anni e siamo padri. Insomma è un film molto sincero e anche tanto divertente».
Felicissima sera su Canale 5 è stato un bel successo, dopo Le Iene da inviati e Amici di Maria De Filippi come ospiti fissi, a quando il prossimo show? «A primavera su Canale 5, siamo stati riconfermati». Intanto però il teatro? «Non vediamo l’ora, manchiamo dal 2019 per colpa del Covid e invece a noi il contatto con il pubblico live piace tantissimo. Stiamo finendo di scrivere il testo, uno spettacolo tutto nuovo, Felicissimo show è il titolo: saranno 40 date in tutta Italia con debutto a Roma al teatro Brancaccio dal 1 ottobre, un varietà con tanta musica e tante risate. Dal vivo, con le persone che ti hanno scelto pagando il biglietto, puoi spingere anche un po’, mentre in tv sai che ti guarda anche chi magari non ti conosce. E poi a teatro – dice Pio D’Antini – hai più tempo». Ricorre nel titolo dello spettacolo, come in quello dello show, in tv il superlativo di felicità.
«Ridere è felicità soprattutto legata a cose semplici. Noi viviamo il lavoro – dice Pio – in modo atipico, vediamo i soliti amici, non cerchiamo i social, le cose semplici ci rendono felici e anche la nostra comicità lo è, ci sentiamo persone comuni e infatti la finzione del nostro ambiente non la sopportiamo, la troviamo stucchevole, per noi la famiglia e il pubblico sono le cose importanti». L’inizio della loro carriera, concludono, «era tutto un gioco, poi – dice Amedeo – è diventato un lavoro, anche se quando lo dico a mio zio che va all’alba al cantiere mi insulta».