A Orta Nova, a poco più di una settimana dall’accoltellamento di una 18enne per mano di una coetanea, nella tarda serata del 31 agosto scorso, emergono nuovi e importanti sviluppi sulla vicenda. A destare grande clamore mediatico era stata la rivalità in amore tra le due ragazze che si contendevano uno stesso ragazzo, fidanzato con la vittima mentre in passato, lo sarebbe stato pure con la feritrice. Negli ultimi giorni, la vicenda ha assunto i colori del giallo a seguito della diffusione di un audio con la voce di un ragazzino, che racconta le fasi concitate immediatamente successive all’accoltella mento della ragazza.
«Giovedì sera, percorrevo il tratto stradale alle spalle di piazza Pietro Nenni. Giunto quasi all’imbocco di Largo ex Gesuitico, notavo un ragazzo senza maglietta che urlava di fermarmi. Così, spinto ho arrestato il mio scooter. Subito mi sono accorto della presenza di una ragazza stesa in terra e sanguinante. A quel punto mi sono tolto la maglietta e ho provato a tamponare il sangue, che continuava a uscire copioso dalle varie ferite che aveva sul corpo. Ho notato in terra la maglietta dell’altro ragazzo, zuppa di sangue e ho realizzato che se non avessi fatto immediatamente qualcosa, la ragazza sarebbe presto morta dissanguata. Così, ho caricato la poveretta sul mio scooter e mi sono diretto alla postazione del 118. Tuttavia arrivare a destinazione non è stato semplice, mi sono dovuto fermare più volte, proprio per rianimarla. Raggiunta la postazione medica, ho chiesto aiuto urlando e facendo un gran rumore; ma solo dopo molta insistenza, qualcuno mi ha aperto».
L’audio s’interrompe in questo punto, mentre sono scattate le ricerche per identificare l’eroe soccorritore che con il suo intervento ha salvato la vita alla 18enne, tuttora ricoverata in ospedale, con un quadro clinico che è in costante miglioramento dopo essere stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Il personale sanitario racconta che c’è un ragazzo che viene spesso in ospedale per chiedere notizie della giovane paziente. Non va mai però a farle visita, si ferma solo pochi minuti a parlare con il personale sanitario e poi, scompare nel nulla. «Come se fosse un angelo che veglia su di lei, senza disturbare», commentano dalle corsie dell’ospedale.