La nuova geografia giudiziaria, la questione carceri, ma anche il botta e risposta sulla sicurezza a Bari. Chiusura scoppiettante, ieri al teatro Piccinni di Bari, del congresso nazionale dei giovani avvocati (dell’Aiga), che ha ospitato un ministro, un viceministro, la presidente della Cassazione e il sindaco di Bari.
In collegamento da Roma, intervistato da Francesco Giorgino, il Guardasigilli Carlo Nordio è entrato nel merito dell’edilizia giudiziaria dichiarando: «La revisione delle circoscrizioni è oggetto di studio, in passato probabilmente sono stati eliminati dei tribunali che andavano mantenuti. Sul punto non abbiamo una risoluzione ma la stiamo studiando – ha aggiunto – È indispensabile ascoltare tutte le parti per capire realmente le esigenze dei territori. La giustizia di prossimità è condizione essenziale per farla funzionare».
È toccato quindi al suo vice, il barese Francesco Paolo Sisto, entrare nel merito: «Bisogna rivedere i criteri nazionali per l’eventuale costituzione di nuovi tribunali – ha spiegato – A proposito sarà costituita una task force, alla quale intendo partecipare personalmente, per capire come rivedere i criteri. La giustizia di prossimità è importante, non è normale che ci siano cittadini costretti a viaggiare per centinaia di chilometri per ottenere giustizia». Per poi lanciare: «Sul tema c’è molta sensibilità, lo studio che faremo dovrà essere accurato e compatibile con le risorse. Si potrebbe pensare anche a un coinvolgimento delle Regioni per affiancare i fondi del ministero».
Concorde sul punto il primo presidente della Corte di Cassazione, la pugliese Margherita Cassano: «Quello della revisione della geografia giudiziaria è un tema estremamente complesso. Bisogna tenere conto di dati giudiziari, economici e sociali, ma di certo l’attuale distribuzione dei tribunali non rispecchia la realtà dell’Italia di oggi. Nel ridisegnare i tribunali dobbiamo tenere conto anche della mutata dimensione economica e sociale di determinati territori rispetto al passato: il cittadino deve sentire la giustizia prossima alle sue esigenze. Ogni scelta in questo senso – ha aggiunto – deve tenere conto dell’esigenza di prevenire le incompatibilità tra giudici che, nello stesso processo, hanno svolto diverse funzioni e diversi ruoli. Al momento non è possibile riaprire i piccoli tribunali – ha fatto notare – perché l’esperienza evidenzia che lì non si possono prevenire le incompatibilità tra i magistrati, destinando i tribunali alla paralisi. Dobbiamo poi tenere conto che con le unità di magistrati attualmente in organico, non è possibile aprire nuovi tribunali se non rivedendo l’effettiva utilità di alcuni uffici giudiziari piccoli».
Il tema della separazione delle carriere: «L’assetto costituzionale prevede l’unità della magistratura e un unico Csm. Se la politica intende procedere – ha detto – dovrà necessariamente modificare la Costituzione, ma è un problema che non ritengo né drammatico né attuale», ha commentato la presidente.
La questione carceri fatiscenti e obsolete: «Se vogliamo modulare il senso della sicurezza nella prospettiva della rieducazione del detenuto dobbiamo trovare carceri con spazi ampi, che consentano sia il lavoro del detenuto, che va retribuito, sia l’attività sportiva che serve a rilasciare tensione – ha premesso Nordio – La costruzione di un carcere nuovo è molto difficile. Si potrebbero recuperare – ha proposto – alcune strutture pubbliche in disuso, come le caserme, che sono già compatibili per ospitare strutture carcerarie. E soprattutto sono dotate di spazi ampi che permettono di svolgere quelle attività, come il lavoro e lo sport, che contribuiscono alla rieducazione del detenuto». Per poi commentare: «Veniamo accusati di essere giustizialisti o garantisti a seconda dei giorni – ha detto – Il garantismo è facile: certezza della pena quando viene irrogata, mai contro il senso di umanità e finalizzata alla rieducazione, ed enfatizzazione del principio di presunzione innocenza durante il processo e durante le indagini. Nel nostro Paese a lungo abbiamo assistito al fenomeno opposto: facile entrare in carcere da presunto innocente e facile uscire quando sei condannato e colpevole».
E, non ultima, la questione sicurezza a Bari. Per Sisto «Il pacchetto sicurezza approvato dal governo è in favore delle forze dell’ordine, quindi dei cittadini. Ha la sua rilevanza, ma la cosa più importante è che i cittadini si sentano sempre sicuri quando escono di casa – ha lanciato – “A Bari – ha aggiunto Sisto – c’è un problema sicurezza sia in periferia che in alcune parti centrali, per questo è necessario il lavoro di tutti, dal sindaco alle forze dell’ordine, a seconda delle competenze. A questo proposito avevo proposto l’utilizzo di pattuglie della polizia locale di notte come deterrente». La risposta del sindaco Antonio Decaro non si è fatta attendere: «I problemi della sicurezza si risolvono attraverso la prevenzione, animando le piazze e tenendo insieme le comunità».