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«Miss Italia è per chi è nato biologicamente donna». E Federico si iscrive al concorso: la provocazione di Mixed

«Nel mio regolamento, al momento, non ho ancora aperto alle transgender, poiché ritengo che debbano essere nate donne. Quindi, finché andrà avanti il mio regolamento sarà così. E per ora non ritengo di cambiarlo». Queste le parole, pronunciate dalla patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, dopo che in Olanda il concorso di bellezza è stato…

«Nel mio regolamento, al momento, non ho ancora aperto alle transgender, poiché ritengo che debbano essere nate donne. Quindi, finché andrà avanti il mio regolamento sarà così. E per ora non ritengo di cambiarlo». Queste le parole, pronunciate dalla patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, dopo che in Olanda il concorso di bellezza è stato vinto da Rikkie Valerie Kollé, attrice e modella 22enne, prima transgender ad aggiudicarsi il titolo.

Mirigliani aveva così chiuso alla partecipazione di ragazze trans a Miss Italia, scatenando una serie di reazioni e polemiche, giustificando la scelta come dettata dal regolamento.

L’associazione barese Mixed Lgbtqia+ ha così deciso di condurre un esperimento, documentato con un post condiviso sui propri canali social: l’idea è venuta a Federico Barbarossa, ragazzo trans attivista dell’associazione che ha deciso provocatoriamente di iscriversi al concorso. E ci è riuscito.

«Quando ho sentito parlare dell’assurdo regolamento mi è venuto spontaneo», afferma Federico, come riporta Mixed: «Sono stato assegnato al genere femminile alla nascita ma mi sono sempre sentito un ragazzo», spiega.

Quello di Federico è stato uno scherzo, un «gesto di scherno – dicono da Mixed – in segno di protesta per dimostrare che il genere è un costrutto sociale, che la biologia non ci definisce e che la presa di posizione di Mirigliani si dimostra non in linea con i tempi, come forse lo è il suo concorso. Ma ogni donna – scrivono da Mixed – dovrebbe poter decidere liberamente di candidarsi a essere la più bella d’Italia, se lo ritiene, senza lasciare che qualcuno la discrimini in quanto donna trans».

L’auspicio, concludono dall’associazione barese che si batte per la tutela dei diritti delle persone Lgbtqia+, è «che il gesto susciti il clamore mediatico che serve per rimettere al centro questi temi. E che tante altre persone “donne alla nascita” si iscrivano in massa al concorso per prendersi beffa di queste posizioni fuori dal tempo, al di sopra della legge italiana (che comunque è una legge del 1982)»

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