(Adnkronos) – Mercoledì 18 gennaio, alle 18, Milan e Inter scendono in campo per contendersi la Supercoppa italiana, il trofeo che mette di fronte la vincitrice dello Scudetto e la vincitrice della Coppa Italia della scorsa stagione. Quindi, San Siro tutto esaurito per un ennesimo derby? No, perché si gioca in Arabia Saudita, a Riad.
Ormai, fatta salva la pausa imposta dal Covid, è diventata un’abitudine. Andare a giocare all’estero consente di guadagnare di più e di aprire nuove strade per il marketing. Per questo, quello che era un tradizionale appuntamento di inizio stagione è stato spostato nel calendario e anche nella sede. Fondamentalmente, per una questione di soldi.
Gli Stati che hanno bisogno di promuovere il calcio sono infatti disposti a pagare pur di importare una partita di cartello. La Supercoppa è stata giocata negli Stati Uniti, in Libia, in Cina e in Qatar. Ora si è spostata in Arabia Saudita, per un accordo firmato nel 2018. Due i precedenti, 2019 e 2020, e, oltre a questa del 2023, anche un’altra edizione dovrà disputarsi a Riyad nei prossimi tre anni.
Ma quanti sono i soldi sul tavolo? Milan e Inter si spartiranno, più o meno, 7,5 milioni di euro. Va sottratto il 10% che andrà alla Lega Serie A, mentre la squadra che vincerà incasserà solo 500mila euro in più dell’altra finalista. Perché? Perché la trasferta in Arabia Saudita, considerando sia le opportunità potenziali sia i costi reali, è un impegno che va pagato bene a tutte e due le società.