«La saggezza e il rispetto della storia locale hanno prevalso. Di questo ringrazio la commissione comunale Lavori Pubblici. Non era infatti possibile destinare il “campo sportivo” ad una funzione diversa da quella agonistica. Vorrei ricordare che l’impianto fu costruito nella fine degli anni ’30 utilizzando un prototipo progettuale voluto dal Ministro dei Lavori Pubblici, On. Luigi Razza, per servire città sfornite di presidi sportivi. Per questo motivo sull’ingresso monumentale dello stadio si legge ancora il nome di Luigi Razza, morto tragicamente nel 1935 in un incidente aereo nei cieli d’Egitto». Queste le parole dell’ex sindaco, Raffaello De Ruggieri sulle ultime vicende che hanno caratterizzato il campo sportivo materano.
De Ruggieri ribadisce la sua idea sugli sviluppi che deve produrre oggi una struttura sportiva: «Gli stadi inseriti nel tessuto vivo della città non vanno trasferiti in periferia – specifica -, bensì arricchiti di funzioni che garantiscano con continuità l’utilizzo della struttura anche con attività istituzionali, sociali e commerciali. È una scelta di aggiornata sapienza urbanistica rispettosa del risparmio di suolo e dei principi di rigenerazione urbana, di rivitalizzazione sociale e di sostenibilità gestionale».
Con la sua amministrazione, De Ruggieri stava lavorando per valorizzare gli spazi non utilizzati dalla pratica sportiva come un’area attrezzata anche per «ospitare soggetti portatori di menomazioni fisiche». L’obiettivo, come dichiarato, era di candidare Matera a centro per la organizzazione di gare paralimpiche nazionali ed internazionali. Una nuova struttura costruita con «finanziamento pubblico–privato e capace di soddisfare sia l’ordinaria ospitalità dei visitatori della città sia quella particolare di soggetti disabili».
Con tali strutture Matera, De Ruggieri evidenzia come «la Città dei Sassi diveniva naturale centro europeo di una specialità sportiva, oggi promossa dalla cultura più evoluta del mondo. Era ed è la ambizione di conquistare anche tale primato».
Per l’ex sindaco si trattava di un programma vincente inserito nelle schede presenti nel Contratto Istituzionale di Sviluppo Matera (CIS), comprendente la ricostruzione dello stadio XXI Settembre con un impegno di spesa di 20 milioni di euro e il parco dello sport in località Pantano per un impegno di spesa di 15 milioni di euro. «Questi investimenti venivano arricchiti dalle due grandi palestre e dalla piscina del riesumato Parco degli Angioli di Serra Rifusa per le quali erano garantite, sempre nell’ambito del CIS Matera, risorse per 4 milioni di euro. In sostanza l’investimento destinato a rianimare gli impianti sportivi materani, caratterizzati da una alta missione sociale (sport paralimpici), prevedeva risorse per 39 milioni di euro, in grado di essere incrementate, laddove necessarie, stante la flessibilità della normativa dei Contratti Istituzionali di Sviluppo e la disponibilità di privati a realizzare l’albergo».
Un progetto inclusivo che coinvolgeva anche la “metropolitana leggera” in città: «Era stata esclusa la tesi di un grande parcheggio interrato sotto lo stadio perché una tale presenza avrebbe attratto una densità di traffico veicolare incoerente con il reticolo viario del rione Piccianello. L’accessibilità allo stadio trovava, invece, soluzione nel progetto di metrotranvia dei Sassi, prevedente la “fermata” di Via Cererie distante dallo stadio appena 300 metri. Invero i parcheggi terminali di Serra Rifusa, dell’autoparco comunale e di San Francesco dovevano essere e dovranno essere le aree di approdo per quanti vogliano raggiungere lo stadio utilizzando il moderno trasporto su ferro della metrotranvia».