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“Matera città del pane”: è polemica tra il sindaco Bennardi e l’opposizione

È stata approvata lunedì, dalla maggioranza del consiglio comunale, la delibera con la quale si conferisce formalmente a Matera il titolo di “Città del pane”. Un atto che impegna l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Bennardi, a promuovere e favorire «ogni progetto, evento promozionale legato alla filiera del grano duro locale - si legge nella…

È stata approvata lunedì, dalla maggioranza del consiglio comunale, la delibera con la quale si conferisce formalmente a Matera il titolo di “Città del pane”. Un atto che impegna l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Bennardi, a promuovere e favorire «ogni progetto, evento promozionale legato alla filiera del grano duro locale – si legge nella delibera – iniziativa culturale, di educazione e informazione, utile a valorizzare il prodotto tipico locale, espressione ed elemento identitario della cultura materana», oltre a favorire l’inizio di un percorso che possa portare all’attivazione di una De.co. (Denominazione di origine comunale), certificazione attribuita in ambito agroalimentare comunale.
Soddisfatto il sindaco Domenico Bennardi. «Ora si avvierà un percorso di valorizzazione con la collaborazione dell’università e delle associazioni di categoria – ha commentato -. Ringrazio i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, che hanno sottoscritto la dichiarazione. Mi rammarica che dopo ben due commissioni dedicate e un lungo dibattito in Consiglio, che ha portato a importanti modifiche del provvedimento, alcuni consiglieri dell’opposizione hanno ritenuto votare contrari o astenersi», ha specificato ancora.
Nel 2008 il pane di Matera ha ottenuto dalla Commissione europea il marchio Igp (Indicazione geografica protetta), il cui regime di tutela è stata rinnovata nel 2018. La proposta di “Matera Città del pane” è stata presentata nel settembre scorso da Confesercenti Matera in occasione del Congresso eucaristico nazionale svoltosi in città e dedicato proprio al tema, durante cui il Papa ha definito «Matera città del pane».
Non si è fatta attendere la replica dell’opposizione: «Da poche ore Matera è divenuta “Città del pane”, titolo che si aggiunge a Città dei Sassi, Città della Pace, Città Unesco, Civitas Mariae e via cantando. La prossima volta forse toccherà ai divani. Insomma, la maggioranza si è attribuita una sorta di laurea senza aver sostenuto alcun corso di studio, evitando un cammino preparatorio condiviso e all’insegna dei valori, non condizionato da banale ansia da prestazione. Ma siamo ormai abituati a queste amenità dell’Amministrazione a trazione 5 Stelle», hanno dichiarato i consiglieri Pasquale Doria, Liborio Nicoletti, Cinzia Scarciolla, Milena Tosti, Marina Susi, Immacolata Milia Parisi, Giovanni Schiuma, Carmine Alba, Tommaso Perniola, Angelo Lapolla, Rocco Sassone, Augusto Toto, Mario Morelli e Adriana Violetto.
L’opposizione ha rimarcato come avrebbe voluto celebrare in termini «meno frettolosi e superficiali» il legame del pane con il territorio. Da qui la frecciata anche a un collega di minoranza, il consigliere Nicola Casino: «Rimane il rammarico da parte di alcuni esponenti dell’opposizione per aver ceduto al solito attaccamento al gonfalone della città, in cui le spighe rappresentano già una eloquente narrazione. Palese l’inutilità di un atteggiamento collaborativo, rifiutato, e dell’impossibilità di dare anima a un provvedimento che arriva ultimo e sudato, alla stregua di una coccarda senza spessore, sbiadita, perché priva di contenuti, frutto delle solite pressioni nei confronti anche di quanti sono stati costretti a piegare la testa, pur sapendo che insieme si sarebbe potuto fare di più e meglio». A detta dell’opposizione l’iniziativa andava preparata per tempo, tramite manifestazioni e incontri pubblici, convegni e seminari, con l’Università e il coinvolgimento di esperti di più discipline, in modo tale «da riempire di valori partecipati il momento deliberativo, riconoscibile quindi su più ampia scala, come avrebbe meritato, non solo nel chiuso dell’aula consiliare. Di contro, non è certo edificante assistere a una sorta di infruttuosa fusione a freddo nel triste stagnetto in cui è affogata e si è persa un’altra buona occasione per la crescita della città. Si procede come il gambero, prima il titolo di Città del pane e chissà come è quando matureranno le motivazioni per dare sostanza a quello che oggi appare solo come un nuovo sterile pennacchio, una inconcludente imposizione alla comunità piegata unicamente agli interessi di pochi», hanno poi concluso.

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