Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre è morta Marina Muscillo, la ballerina italo-francese che a settembre scorso aveva fatto tanto parlare di sé per la scelta di sposarsi con se stessa nel suo amato Salento. Marina, malata terminale affetta da una grave forma di tumore, ben consapevole che sarebbe prima o poi giunto il suo ultimo giorno di vita, la scorsa notte ha lasciato le sue due figlie di 17 e 4 anni, avendole preparate giorno dopo giorno a questo tragico momento, come ci aveva raccontato nell’intervista rilasciata per il nostro giornale a settembre scorso.
Il primo settembre, sulla spiaggia di Posto Vecchio, a Salve, Marina aveva celebrato un matrimonio con sé stessa, in un luogo così tanto amato perché era quello frequentato in estate da ragazza assieme ai genitori. La ballerina aveva 37 anni ed era originaria di San Pietro in Lama, viveva in Francia ma il suo legame con la sua terra d’origine era talmente forte che immaginava, sin da bambina, di sposarsi un giorno a piedi nudi nel mare, circondata dall’affetto delle persone più care.
Circa due anni la sua vita era stata sconvolta dopo la scoperta di un tumore, “Raymond” così come lo chiamava per non spaventare la figlia più piccola. «Ho iniziato a chiamarlo Raymond – aveva raccontato – una sera in cui scrivevo alle mie figlie. Volevo che avessero dei ricordi di me e ho iniziato a scrivere per trasmettere loro delle cose. Il mio cancro ha un nome complicato e brutto: rabdomiosarcoma alveolare. Così gli ho trovato un nome».
La decisione di “sposarsi” era maturata nel mese di aprile scorso, quando i medici non le avevano lasciato più alcuna speranza di vita. «Ho imparato ad amarmi – aveva raccontato Marina – da quando Raymond è apparso nella mia vita. Mi trovo bella, anche senza capelli, anche con un corpo completamente trasformato, ho imparato così tanto da me stessa, dalla vita, ho capito qual era il suo valore».
Le ultime immagini che appaiono su Facebook ritraggono una mamma Marina, affettuosa con la piccola Romy che scarta i regali, circondata dall’affetto di Luane e della mamma Nadia, alla quale saranno affidate le nipoti. «Il ricordo che ho di Marina – racconta Lucianella Stifani, celebrante laica che ha officiato il rito per gli amici italiani – è la sua forza di volontà, la sua energia nel voler regalare alle figlie, a se stessa e a tutti momenti indimenticabili, un esempio di grande coraggio e anche serenità. Non so quanto sia facile raccontare una malattia nel modo in cui Marina lo ha raccontato a me. Posso dire che non la dimenticherò mai, per l’amore che ha saputo trasmettere a tutti coloro che l’hanno conosciuta».
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Di Redazione24 Novembre 2024