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Mari e Monty. Visto? Monopoli val bene un’ora fermi sulla statale

In “Benvenuti al Sud” Alessandro Siani spiega al milanese Claudio Bisio che quando si arriva nel Meridione si piange due volte. Una quando si entra e una quando si va via. La cosa non sorprende tanto chi quei luoghi li abita o vive da sempre, quanto i turisti che restano spesso affascinati dalle bellezze della…

In “Benvenuti al Sud” Alessandro Siani spiega al milanese Claudio Bisio che quando si arriva nel Meridione si piange due volte. Una quando si entra e una quando si va via. La cosa non sorprende tanto chi quei luoghi li abita o vive da sempre, quanto i turisti che restano spesso affascinati dalle bellezze della nostra terra. Tant’è che un numero sempre maggiore di vip trascorre le vacanze dalle nostre parti o, addirittura, si sposa. Monopoli è uno di questi posti. Porta il nome di un famoso gioco da tavolo (anche se ora hanno cambiato la I finale nella Y originaria), ma è il visitarla che a volte sembra proprio un bel gioco. Con il suo accattivante centro storico, le tante spiagge e i numerosi locali notturni.

Intendiamoci: scagli la prima pietra chi non ha imprecato in aramaico d’estate sulla statale 16. La famosa “via crucis dell’eterna attesa”. Dove ti immetti, da giovane, per andare a mare e arrivi a destinazione quando ormai sei pronto per ritirare la pensione. Ma è una piccola tortura necessaria che viene poi ripagata da ciò che si ammira: vale a dire un bel mare e un panorama di primissimo livello. Monopoli è così. Ti seduce e chiacchiere non ce ne vogliono. Non a caso da quelle parti vengono girate molte fiction, tra cui recentemente, per esempio, anche “Le indagini di Lolita Lobosco”.
A Monopoli puoi fare quel che vuoi. Da una semplice passeggiata nei vicoli cittadini (di giorno o di sera è sempre bello) al vivere giornate intere di mare e di sole facendo concorrenza a una lucertola, al fare ancora le ore piccole nelle numerose discoteche presenti in zona e su tutta la litoranea per Capitolo. E non dite che non ci siete mai andati, suvvia, perché vi cresce il naso come quello di Pinocchio. E di questi tempi, con gli uccellini in cassa integrazione o in smart working, non troveremmo facilmente neanche chi poi ve lo potrebbe accorciare.
E non vogliamo dir nulla sul suo affascinante porto vecchio, dove a volte si possono incontrare anche artisti o musici di strada? E non vogliamo dir nulla sulla sua cattedrale o sul suo castello? E non vogliamo dir nulla sui vari ristorantini all’aperto che con gli odori delle loro cucine ti aprono costantemente le narici e lo stomaco? E non vogliamo dir nulla…? No, vabbè, scusate. Lo spazio per questo articolo purtroppo è terminato e io ricordo ancora tante altre cose da vedere e da raccontare. Ho capito, va’: mi metto in macchina e torno subito a farci una capatina. Voi che fate? Venite?

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