Nulla da fare per la legge sulle compensazioni energetiche, ieri all’ordine del giorno del Consiglio regionale e rinviata a data da destinarsi dopo che l’Aula ha votato l’anticipazione di altre due proposte di legge.
Dopo il sì ottenuto nel vertice di maggioranza lunedì sera e anche la scorsa settimana, il testo a firma dell’assessore allo Sviluppo Alessandro Delli Noci ha subito un nuovo stop poco prima dell’avvio dei lavori. A determinare il rinvio un vertice fra i rappresentati dei partiti di centrosinistra con il consigliere regionale Fabiano Amati di Azione. Quest’ultimo ha chiesto di reinserire nella norma l’applicazione di ristori ambientali agli impianti esistenti per l’impatto causato ai territori e ai residenti e fra questi l’inserimento del gasdotto Tap. Un nodo a lungo discusso e, fra l’altro, alla base dell’impugnativa del Governo centrale nei confronti della precedente legge pugliese sui risarcimenti ambientali, oggi in attesa del parere della Corte Costituzionale. Delli Noci, dal canto suo, ha chiesto di non cambiare la formulazione attenendosi alla linea assunta dalla Giunta che sulla cancellazione della retroattività ha preso un accordo preciso con i Ministeri e con il Governo centrale, impegnandosi a cancellarlo pena la decadenza.
A questa eccezione sul caso Tap si sono aggiunte le osservazioni del gruppo Con, in particolare il consigliere regionale Stefano Lacatena, delegato all’Urbanistica, che ha chiesto di affrontare in via prioritaria il tema della localizzazione degli impianti vista l’invasione selvaggia prevista dalle potenze autorizzate dal Ministero delle Infrastrutture (circa 7,2 gigawatt fino al 2030). Alla fine le compensazioni non sono state affrontate anche per assenza del governatore Michele Emiliano.
A inizio seduta, invece, l’opposizione ha sollevato il caso del mancato rinnovo dei presidenti delle otto Commissioni permanenti. Sul punto è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola: «Oggi è il 3 ottobre e persiste il problema della prorogatio illegittima dei Presidenti delle Commissioni. Credo che non ci siano precedenti nella storia di questa Regione. Se c’è un problema politico, che emerga: noi non stiamo facendo scandalismo e demagogia perché riteniamo di essere responsabili nei fatti». E ancora: «C’è un motivo reale, legittimo, statutario, che consenta di proseguire con le Commissioni, così come elette qualche anno fa, due anni e mezzo fa? Non mi risulta», ha aggiunto Ventola prima di rivolgersi alla presidente del Consiglio regionale Loredana Capone: «Lei porti in aula il provvedimento, l’aula è sovrana e decide. Soprattutto per le Commissioni che hanno carattere di spesa, mi riferisco a quelle che trattano debiti fuori bilancio, non vorremmo che da qui a qualche anno qualcuno avesse da ridire sull’operato del Consiglio perché magari sono stati espressi pareri che hanno profili di illegittimità». Di qui la richiesta di inserire la questione al primo posto nell’ordine del giorno della prossima seduta dell’assemblea. La presidente Capone ha accolto l’appello e annunciato che darà seguito con una richiesta scritta. Resta da capire se sarà concretamente possibile farlo, vista la guerra civile in corso fra i partiti di maggioranza sulla distribuzione delle presidenze: c’è chi vuole azzerare tutto, chi si accontenterebbe di qualche sostituzione e l’area Schlein del Pd che chiede il rispetto della parità di genere.
