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Mafia, Piantedosi: “Nazifascismo e Cosa nostra hanno tratti in comune”

(Adnkronos) - "E' stato un po' faticoso spiegare la scelta di essere a Castelvetrano nel giorno della Liberazione, ma non era un modo per sviare e deviare dalla celebrazione del 25 aprile, ma lanciare un messaggio chiaro: la mafia e il nazifascismo hanno tratti in comune, modelli che si propongono alla società con la violenza…

(Adnkronos) – “E’ stato un po’ faticoso spiegare la scelta di essere a Castelvetrano nel giorno della Liberazione, ma non era un modo per sviare e deviare dalla celebrazione del 25 aprile, ma lanciare un messaggio chiaro: la mafia e il nazifascismo hanno tratti in comune, modelli che si propongono alla società con la violenza e la sopraffazione. La concezione della violenza come elemento di regolazione dei rapporti e la compressione della libertà di pensiero”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Palermo durante la presentazione del libro ‘Non ci avete fatto niente’ di Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro. 

“Dal nostro angolo di osservazione la mafia è sicuramente cambiata, è meno violenta, meno visibile, ma pervade i gangli vitali della nostra società. Anche se meno violenta, la mafia va comunque combattuta in quanto tale con la coscienza civile e le iniziative come quelle di Tina Montinaro nelle scuole”, ha affermato Piantedosi. “La lotta alla mafia – ha sottolineato – è al primo punto del governo Meloni: seguire il denaro, incoraggiare e supportare le attività degli inquirenti e delle forze dell’ordine. Ma dobbiamo anche sviluppare tutte le iniziative per creare le doverose cornici di sicurezza ad esempio sulle ingenti risorse del Pnrr. Contestualmente abbiamo grande attenzione per le forze di polizia soprattutto per le risorse umane necessarie”. 

Piantedosi ha evidenziato che “la vicenda di Matteo Messina Denaro indica che esiste una zona grigia, una melassa, a cui ci dobbiamo ribellare. E l’impegno di tutti noi e della società deve servire affinché la borghesia mafiosa si vada sempre più assottigliando”. 

“L’arresto di Messina Denaro è molto importante – ha sottolineato ancora – perché ha portato a termine una fase della lotta alla mafia, in particolare quella stragista. Ma lo è anche per il significato che investe una società civile che è cambiata: e questo è di grande impatto per il passato, il presente e il futuro. Nessuna azione istituzionale può avere un esito senza l’ondata crescente della società civile, di una responsabilità civile che dobbiamo avere”. “I giovani hanno un atteggiamento diverso – ha aggiunto – nei confronti della mafia grazie a queste azioni e a questa opera portata avanti anche da Tina Montinaro”. 

Poi, alla domanda di una bambina della scuola Pertini, nel corso della presentazione del libro ‘Non ci avete fatto niente’, il ministro ha risposto: “Le stragi del ’92 hanno creato un processo di accelerazione nella lotta al fenomeno della mafia, che non poteva essere accettato. Quel sacrificio non è stato vano”.  

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