Sono calate del 22,3% le esportazioni del Made in Basilicata prodotto dalle medie e piccole imprese nel 2021, un decremento rispetto al 2019, era pre-Covid, accertato dal Centro Studi Confartigianato.
Il calo preoccupa il comparto dell’artigianato e delle Mpi anche più degli effetti del conflitto Russo-Ucraino. Secondo il report diffuso da Confartigianato, i segnali recessivi influenzano negativamente la competitività delle imprese e compromettono i buoni risultati conseguiti nel 2021, come nel caso delle esportazioni, con un complessivo +26,7% della Basilicata rispetto al 2019. Nei settori dell’alimentare, della moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, quali soprattutto gioielleria ed occhialeria, nei quali vi è la maggior concentrazione di medie e piccole imprese, l’export è cresciuto nello scorso anno raggiungendo il massimo storico in termini di PIL.
Nonostante il pesante ritardo della moda, le esportazioni in questi settori nel 2021 hanno recuperato completamente la crisi causata dalla pandemia. Lo scoppio del conflitto in Ucraina, tuttavia, è stato un colpo più che pesante per 6507 imprese lucane, per un totale di 25.625 addetti: sono questi infatti i numeri delle aziende in prima linea per impatto della guerra Russia-Ucraina, equivalenti al 18,7% del totale delle imprese attive e al 26% dell’intero sistema occupazionale lucano (4370 aziende in provincia di Potenza, 2137 in provincia di Matera). Quello delle costruzioni è il settore più colpito, a causa della difficoltà nell’importazione di materie prime; a seguire, l’industria alimentare, il trasporto merci e la fabbricazione di prodotti in metallo. Il polo del salotto murgiano-materano risente della carenza di materie prime e del blocco di esportazioni e vendite, soprattutto sui mercati della Federazione Russa.
«Una situazione che per gli effetti deflagranti del conflitto russo-ucraino – ha commentato Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale Confartigianato – monitoriamo ogni giorno. Tanto più che la nostra economia è sostanzialmente di filiera. Chiaramente, in un quadro geopolitico così magmatico, il primo valore nel quale si registrano contrazioni più evidenti è legato alle esportazioni».
E sulla sommatoria degli effetti della pandemia a quelli del conflitto, ha aggiunto: «Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto le imprese italiane e in particolare quelle del Sud in una delicata fase di transizione post-pandemia, amplificando a dismisura gli effetti, già gravi, della crisi energetica e le strozzature di offerta delle filiere globali. Oltre che nelle misure dell’Ue e del Governo – ha concluso – confidiamo nelle azioni di tutela delle pmi che il sistema delle Camere di Commercio e anche la Regione saranno in grado di mettere in campo».