La dignità costituzionale dell’uomo, nell’ultimo messaggio di saluto al Parlamento, viene considerata, dal Presidente della Repubblica, un valore fondamentale riconosciuto e tutelato nella Costituzione, ma, in concreto, dalla intera “Repubblica” e cioè dalla società e da tutte le sue espressioni associative e pubbliche e non solo dallo Stato.
Non bastano le leggi e le sentenze; occorre cultura, educazione ed esempio; cioè ognuno deve realizzare quel rapporto di solidarietà che ci lega tutti e che ogni giorno si allenta o scompare. Tutte le libertà della prima parte della Costituzione contribuiscono alla dignità dell’uomo. La solidarietà tra di esse tende a realizzare una libertà piena ed effettiva che, però, nonostante la Costituzione, lo Stato e la società non riescono sempre a realizzare, eliminando gli ostacoli che si frappongono alla libertà e partecipazione, come i bisogni e le paure diffuse La libertà dal bisogno e la libertà dalla paura, però, a ben guardare, non sono vere e proprie libertà ma sono solo il presupposto umano e sociale dello sviluppo della persona, che è diverso caso per caso. La libertà diventa, allora, strumento indispensabile per la dignità e, secondo Mattarella, deve essere anche “libertà dalla mafia e dalle organizzazioni criminali”; non tanto dalla piccola criminalità quotidiana. Ciò, perché queste organizzazioni criminali impongono uno stato di soggezione fatale, in contrasto con la dignità dell’uomo al quale sottraggono ogni tipo di libertà, conculcando anche la volontà. Emerge allora che, per assicurare la dignità, la libertà deve vivere in un clima di sicurezza.
Libertà e sicurezza furono trattati come oggetto di ricerca e di analisi in un convengo dei costituzionalisti a Bari nel 2008 ed il tema, poi, è stato approfondito da alcuni studiosi, tra i quali Vincenzo Baldini. Tale convegno fece eco; la sicurezza, infatti, è anche garanzia necessaria per prevenire o reprimere gli abusi dei poteri pubblici e dei poteri economici privati. Questa sicurezza, perciò, non può soffrire della c.d. “ubriacatura delle libertà” comparsa negli anni sessanta, e proliferata nelle contestazioni violente di tipo politico o terroristico, fino a raggiungere il parossismo di ogni altro tipo di squilibrio, compresi anche gli eccessi di misure cautelari eseguiti ad opera del pool “Mani Pulite”. Non si è sicuri dai delinquenti organizzati e neppure dai poteri abusati: la libertà e la sicurezza sono soffocate e la dignità sepolta. Ma tutto ciò si può superare e la sua eliminazione dipende dall’esistenza e dal prevalere, nella società odierna, dell’uomo “costituzionalmente virtuoso”, di cui si sente la mancanza.
Bentornato,
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