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Lavoro, Istat: “In 2022 rallenta crescita ma segna ripresa occupazione”

(Adnkronos) - Nel 2022 rallenta la ripresa dell’attività economica: le variazioni annue del Pil in volume (+3,7%), pro capite (+4,0%) e per occupato (+1,9%) sono inferiori a quelle del 2021. Ma, sempre il 2022 "segna un’importante ripresa del mercato del lavoro italiano: il tasso di occupazione dei 20-64enni (64,8%) sale, recuperando pienamente i livelli pre-pandemici"…

(Adnkronos) – Nel 2022 rallenta la ripresa dell’attività economica: le variazioni annue del Pil in volume (+3,7%), pro capite (+4,0%) e per occupato (+1,9%) sono inferiori a quelle del 2021. Ma, sempre il 2022 “segna un’importante ripresa del mercato del lavoro italiano: il tasso di occupazione dei 20-64enni (64,8%) sale, recuperando pienamente i livelli pre-pandemici” anche se il divario con l’Europa “rimane molto alto”. E’ il Rapporto Istat sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) ad aggiornare i dati e le analisi sul lavoro finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro Paese.  

E se il tasso di disoccupazione “diminuisce di 1,4 punti percentuali, con progressi superiori per i giovani” restano però “ampi i differenziali territoriali, di genere e generazionali”. Sempre nel 2022 si registra anche una “lieve riduzione dell’occupazione irregolare, ma oltre la metà del personale domestico e un lavoratori agricolo su 4 sono ancora occupati in maniera non regolare”. Sul fronte dello smart working post Covid, infine, “dopo l’intenso sviluppo registrato nella fase emergenziale, i lavoratori da casa scendono al 12,2%; quasi un terzo dei laureati svolge attività da remoto”. Resta stabile nel 2021 infine il tasso di infortuni e inabilità permanenti sul lavoro (10,2 per 10.000 occupati). 

E sempre nel 2022, la percentuale di occupati in posizioni specializzate in ICT, annota ancora il Rapporto Istat sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, è cresciuta di 0,2 punti percentuali rispetto al 2021, raggiungendo il 3,9% degli occupati. Tra il 2021 e il 2022, la quota di lavoratori della conoscenza è scesa, dal 18,2%, al 17,8%. 

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