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Lancia, l’eleganza senza tempo di Aurelia, Flaminia e Fulvia

TORINO (ITALPRESS) – “Nei suoi 116 anni di storia, Lancia si è sempre distinta per la sua grazia ed eleganza, un tratto che ritroviamo sia nelle sue grandi ammiraglie, come l’Aurelia e la Flaminia, sia nelle vetture più compatte, come la mitica Fulvia – dichiara Luca Napolitano, CEO del marchio Lancia -. Aurelia, Flaminia e…

TORINO (ITALPRESS) – “Nei suoi 116 anni di storia, Lancia si è sempre distinta per la sua grazia ed eleganza, un tratto che ritroviamo sia nelle sue grandi ammiraglie, come l’Aurelia e la Flaminia, sia nelle vetture più compatte, come la mitica Fulvia – dichiara Luca Napolitano, CEO del marchio Lancia -. Aurelia, Flaminia e Fulvia sono infatti tre icone che hanno reso il nostro Marchio un simbolo “del bello e del ben fatto”, tanto da conquistare il jet-set internazionale, le stelle del cinema e i capi di Stato. Ci siamo ispirati a elementi come il “calice” del frontale e le linee pulite ed essenziali che saranno chiaramente riconoscibili sulle nostre nuove vetture”. Il mito dell’Aurelia nasce nel 1951 con la capostipite B10, una prestigiosa berlina dalle soluzioni di design innovative, tra cui le famose portiere che si aprono a libro. Si tratta di un elemento distintivo del design Lancia già presente su altri modelli iconici, come l’Augusta e l’Aprilia.
Prodotto in quattro diverse varianti, il modello affascina ancora oggi per le sue linee pulite ed essenziali, che danno vita a una “bellezza naturale” che dura nel tempo. Tra gli elementi di design più riconoscibili vi è di certo il “calice”, nato dall’unione di una linea verticale e una orizzontale che, incontrandosi, racchiudono il logo del Marchio.
Da questa meravigliosa ammiraglia deriva l’Aurelia coupè B20 Granturismo del 1951, la progenitrice delle berlinette italiane degli anni Cinquanta. Disegnata da Boano e perfezionata da Pininfarina, la vettura inaugura la formula delle vetture Gran Turismo a 2 posti più 2. Alla sua prima apparizione ufficiale, il pubblico resta affascinato soprattutto per le linee pulite, il padiglione slanciato, la fiancata liscia con solo due porte e una linea discendente che ne accentua il dinamismo.
Nel 1954 l’atelier Pininfarina concepisce, partendo dalla meccanica della B20, l’Aurelia B24 Spider, una bellissima “scultura in movimento” che riscuoterà un grande successo nel mercato americano grazie alla purezza del suo design, caratterizzato da portiere senza maniglie esterne, dall’assoluto equilibrio tra i volumi anteriori e posteriori e dalla coda molto pulita. All’interno spiccano il volante con tre razze in alluminio e corona in legno, la plancia ad andamento curvo e la strumentazione a tre quadranti circolari.
Nel 1956 debutta l’Aurelia B24 Convertibile, versione meno “estrema” della precedente Spider, che presenta una presa d’aria sul cofano più sottile e portiere ampie con maniglie, vetri e deflettori. E, a sessant’anni esatti di distanza, il ricordo va subito allo splendido esemplare protagonista del film-cult “Il sorpasso” (1962) di Dino Risi, interpretato da un giovane Vittorio Gassman – di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita – che la guida per tutto il film.
Presentata al salone di Ginevra del 1957 e prodotta in tre serie, dal 1957 al 1970, nelle versioni berlina e coupè, la Flaminia porta al debutto un nuovo restyling del logo Lancia, realizzato direttamente in metallo cromato e semplificato nelle forme, che campeggia sulla larga calandra. Lo stile del logo è più asciutto rispetto a quello precedente, con scudo e volante sostituiti da semplici forme geometriche stilizzate. Due i colori usati: il blu e l’argento. Così come sono due i dettagli caratterizzanti: la lancia che sorregge la bandiera e la bandiera stessa con la scritta Lancia, sempre in stampatello maiuscolo.
Disegnata da Pininfarina, che ne preannuncia le linee con la fuoriserie Lancia Florida realizzata su base Aurelia, la Flaminia è una berlina elegante ed esclusiva, caratterizzata da linee innovative e interni lussuosi. Tra gli elementi di design più famosi vi sono l’ampia presa d’aria sul cofano e il raffinato profilo cromato che parte dalla cornice del tetto e corre lungo tutta la pinna posteriore. Ma l’apice stilistico si raggiunge nel 1959 con la Flaminia Coupè a due porte, sempre firmata da Pininfarina. Bella come nessun’altra vettura dell’epoca, la Flaminia è stata tra le protagoniste assolute della Dolce vita italiana e, tra i suoi più fedeli clienti, ha annoverato l’attore Marcello Mastroianni che ne ha posseduto numerosi esemplari.
Tra il 1960 e 1961, Pininfarina predispose quattro esemplari della Lancia Flaminia 335, numero che indica la lunghezza del passo, allungato rispetto a quello da berlina. Simbolo della creatività e dell’eleganza del Bel Paese, questa limousine presidenziale in versione landaulet – carrozzeria tipica delle vetture di rappresentanza con tettuccio rigido ai posti anteriori e capote apribile per quelli posteriori – è dotata di pianale specifico, livrea blu ministeriale e pregiati rivestimenti in pelle Connolly nera.
Nel 1965 nasce la Fulvia Coupè, la raffinata compatta del marchio Lancia che, rispetto alla berlina del 1963, si caratterizza per la linea più agile e sportiva, una configurazione a 2 posti più 2, un abitacolo luminoso, ampie vetrature e parabrezza e lunotto inclinati. Disegnata da Piero Castagnero, allora alla guida del Centro Stile Lancia, la Fulvia Coupè prende ispirazione dalle linee dei motoscafi Riva, con il frontale slanciato e la coda dal taglio netto. Al suo esordio conquista pubblico e critica per via del classico abitacolo “a torretta”, caratterizzato dall’ampia superficie vetrata e sottili montanti per un’ottima visibilità esterna. L’interno è al contempo sportivo e molto elegante, con il cruscotto e il volante in legno, oltre a vantare una strumentazione completa dove spiccano il contachilometri ed il contagiri tondi di grandi dimensioni: le stesse forme pure e geometriche che stanno ispirando i designer nella creazione dei suoi futuri modelli.

foto: ufficio stampa Stellantis

(ITALPRESS).

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