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La sicurezza non è costosa: non ha prezzo

La tutela del diritto alla salute del lavoratore si configura sia come diritto all’incolumità fisica sia come diritto ad un ambiente salutare.

In materia di igiene e sicurezza sul lavoro, la Costituzione italiana (articoli 2, 32 e 41) prevede la tutela della persona umana nella sua integrità psico-fisica come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri.

Da tali precetti costituzionali ne deriva un quadro normativo articolato e complesso che disciplina nel nostro Paese la materia della sicurezza sul lavoro: 1) disposizioni del codice civile(art.2087); 2) disciplina-quadro, contenuta nel Testo Unico, D.lgs 81/08; 3) Statuto dei lavoratori; 4) contrattazione collettiva; 5) leggi regionali, in Puglia la nr. 8 del 2014; 6) protocolli di settore.

Questo quadro regolatorio purtroppo sta mostrando tutti i suoi limiti di efficacia se siamo costretti a registrare una media di 90 morti al mese, sui luoghi di lavoro, se gli infortuni sul lavoro a fine 2022 hanno registrato un aumento del 25,7% rispetto al 2021, con quasi 700.000 casi più o meno gravi di infortuni denunciati, se le denunce di malattie professionali aumentano del 10% dal 2021 al 2022 con oltre 60.000 casi denunciati, con una funesta prospettiva che in media le malattie professionali uccidono “in differita 9 persone al giorno”.

Questo quadro drammatico della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro non ha differenziazioni territoriali marcate, si muore sul lavoro da Nord a Sud, ci si ammala o ci si fa male sui luoghi di lavoro da Bolzano ad Agrigento, con la stessa intensità, con la più alta frequenza di vittime tra gli over 60, giovani alle prime esperienze e soprattutto stranieri.

Se questo è il quadro, non possiamo più accettare che i luoghi di lavoro si trasformino in una sorta di “roulette russa” quotidiana per i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese.

Se servono più controlli, mirati, con una duplice finalità di prevenzione e repressione delle condotte illecite, si consideri il rafforzamento degli organici degli uffici dell’Ispettorato e dello Spesal e degli uffici ispettivi dell’Inail e dell’Inps, un investimento necessario e strategico del Paese, che possano dialogare e coordinarsi con banche date comuni.

Un sistema a regime di premialità per le imprese virtuose e di estromissione dal mercato, a partire da quello degli appalti pubblici, di operatori economici poco inclini ad applicare le norme in materia di sicurezza, è sicuramente una leva per promuovere cultura della sicurezza nelle realtà aziendali, oggi prevalentemente spostate sul lato della inosservanza delle norme in materia di sicurezza, se è vero che le risultanze delle ispezioni ci dicono che su 10 aziende ispezionate, 7 osservano poco o niente le norma in materia di salute e sicurezza. Ed infine, ultimo ma non meno importante, promuovere una cultura della sicurezza già nei percorsi scolastici, perché gli studenti di oggi saranno i lavoratori e i datori di domani.

Giuseppe Boccuzzi è segretario generale della Cisl Bari Bat

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