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«La mia Manduria è una piccola Springfield»

Romanziere tra i più letti in Italia e tra i non molti tradotti all’estero, Omar Di Monopoli è prima di tutto un lettore vorace. A lui giornali come La Stampa e Il Fatto Quotidiano affidano il polso di ciò che di interessante arriva in libreria, aprendo le loro pagine culturali a recensioni da lente bifocale,…

Romanziere tra i più letti in Italia e tra i non molti tradotti all’estero, Omar Di Monopoli è prima di tutto un lettore vorace. A lui giornali come La Stampa e Il Fatto Quotidiano affidano il polso di ciò che di interessante arriva in libreria, aprendo le loro pagine culturali a recensioni da lente bifocale, quella di chi sa meglio assaporare il piacere di leggere perché ben conosce la fatica dello scrivere.

Dopo gli esordi in Isbn e il successivo passaggio in Adelphi, Di Monopoli ha da poco pubblicato il suo sesto romanzo per Feltrinelli, “Brucia l’aria”. Si tratta dell’ennesimo contributo dello scrittore al western pugliese, un genere di cui la critica gli attribuisce la paternità, per aver fatto diventare efficacissima immagine scritta mondi di male, malavita e bassi istinti, ambientati in un Salento tagliato a fette da lame di sole e latrati di cani. Sono luoghi che visivamente ricordano le campagne e il litorale ionico-salentino, come quelli della città da cui parte e ritorna ogni suo viaggio: Manduria o, come la chiama lui, «la mia piccola Springfield».
Per una volta, l’intervista è al Di Monopoli lettore privilegiato. Quello che, dal suo osservatorio di giurato di prestigiosi premi letterari come il Calvino, ha il beneficio delle anteprime letterarie.
Fuori i titoli di cinque novità editoriali non ancora uscite, assolutamente da non perdere per il 2022.
«Non è un’impresa facile, per via della ristretta scelta. Le novità italiane e straniere che sto aspettando sono tante, per cui citarne cinque è come far affiorare la punta di un iceberg di un anno che si preannuncia eccezionale e ricco di prove di alta letteratura».
Proviamoci lo stesso. Partiamo con il primo.
«”Morsi” di Marco Peano, giovane autore che ci aveva folgorato e fatto commuovere con il suo primo romanzo “L’invenzione della madre”. Ora torna per Rizzoli con una storia sulla fatica di cavarsela in un mondo a misura di adulti, quando gli adulti escono di scena e ti lasciano solo».
Da divoratore di narrativa americana, cosa prendiamo dagli Usa?
«“Cane da petrolio” di Rick Bass, una raccolta di strepitosi racconti che sta per uscire con Mattioli 1885. Si tratta di narrazioni dalla prosa asciutta, che fa da contraltare a descrizioni di toccante lirismo: pagine in cui la natura diventa materia mitologica, prima ancora che mezzo per comprendere la psiche dei personaggi».
Avanti con il terzo.
«Giuliana Altamura, già autrice dei magnifici “Corpi di Gloria” e “L’orizzonte della scomparsa”, torna con un nuovo romanzo gotico e intimista: “L’occhio del pettirosso”, in uscita a febbraio per Mondadori. Una storia in cui il protagonista è Egon Meister, un personaggio dal talento del tutto singolare: riesce a vedere il presente, il passato e il futuro delle persone che ha davanti».
Dopo due autori, un’altra autrice, per pareggiare il conto di genere.
«Marilù Oliva, acclamata autrice di numerosi libri a sfondo giallo-noir (ma non solo), torna in libreria a febbraio con un romanzo incentrato su una delle storie d’amore più celebri di tutti i tempi, quella tra di Didone ed Enea. Ma nel suo “L’Eneide di Didone” – pubblicato, come i precedenti, da Solferino – l’autrice si concentra sulla voce della regina cartaginese, raccontandoci una versione alternativa della classica vicenda del mito».
Un suggerimento per il quinto titolo: “Nella perfida terra di Dio”, l’albo a fumetti tratto dall’omonimo romanzo di Omar Di Monopoli del 2017.
«È una soddisfazione doppia, perché incontra anche la mia passione per le bande disegnate. Uscirà per Sergio Bonelli, la più antica casa editrice di fumetti italiana. Sarà dato alle stampe in primavera e presentato in tutti i festival del fumetto più prestigiosi della penisola. Scritto da Maurizio Colombo (sceneggiatore di “Dampyr” per la medesima casa editrice) e disegnato da Giuseppe Baiguera (oltre ad aver prodotto “Le Storie” per la Bonelli, lavora da anni in Francia con Glenàt), il volume sarà in libreria in un’unica versione brossura e successivamente in edicola, suddiviso in albi. Farà parte della collana Audace, che è la linea adulta pensata e diretta da Luca Crovi, scrittore e sceneggiatore tra i più noti nel campo. A questo progetto ho prestato una semplice consulenza: ho fornito foto, raccontato squarci sociali, supervisionato il lavoro, ma l’opera è stata interamente realizzata a Milano e in Bonelli. La casa editrice è così entusiasta del prodotto finito che sta già pensando di lavorare anche sul mio primo romanzo, “Uomini e cani”. Inoltre, l’Università di Marsiglia ha invitato me e alcuni degli autori bonelliani che ho citato a tenere una lectio brevis sul processo di trasposizione dal romanzo all’albo».

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