I giudici della Cassazione hanno rigettato i ricorsi dei figli di Francesco Cavallari, detto “Cicci”, l’ex Re Mida della sanità privata barese, che avevano chiesto la revisione del processo, e della condanna, per tentata estorsione, con aggravante mafiosa. Una condanna diventata definitiva e che adombra ancora la figura di Cavallari, morto tre anni fa a Santo Domingo, a 84 anni. Ma che rende complicata, inoltre, la restituzione dell’enorme patrimonio confiscato (nel 1985 valutato in 300 miliardi di lire).
Ai giudici romani si erano rivolti i figli Alceste, assistito dagli avvocati Mario Malcangi e Valeria Volpicella, e Daniela rappresentata dagli avvocati Gaetano Sassanelli e Vittorio Manes, dopo la revisione del processo con assoluzione piena dal reato di associazione mafiosa (per il quale il 30 giugno 1995 aveva patteggiato 22 mesi di reclusione), chiedendo di occuparsi anche dell’altro reato contestatogli.
Ma per questo secondo reato non è arrivata alcuna revisione, diventa definitiva (seppure postuma) la condanna a 16 mesi di reclusione.