(Adnkronos) – La Bce fa sapere che non ha alcuna intenzione di cambiare rotta, almeno per ora. I tassi continueranno a salire, a ritmo costante, perché l’obiettivo del rientro dell’inflazione intorno al 2% è ancora lontano. E’ una notizia che riporta in primo piano il tema degli investimenti privati, in un mercato finanziario che ha vissuto un 2022 difficilissimo. La guerra in Ucraina e il rialzo dell’inflazione hanno creato le condizioni adatte per una insolita convergenza di elementi negativi, che ha portato a performance pessime sia l’azionario sia l’obbligazionario, che in genere non viaggiano sullo stesso trend di rendimento.
Su tutti e due i fronti, si possono realizzare buoni o pessimi investimenti. In maniera proporzionale alle capacità di chi investe ma anche ai rischi che, indubbiamente, persistono. Quali opzioni ha in mano, invece, chi ha del capitale da investire e vuole una relativa tranquillità? Sono diverse e ognuna, come per tutti gli investimenti, comporta opportunità e rischi che vanno ponderati.
I dividendi. Un ETF che investe in un paniere diversificato di aziende che distribuiscono abitualmente dividendi alti può essere una strada percorribile. Non c’è garanzia che aziende che hanno pagato dividendi in passato li continuino a pagare anche in futuro ma la diversificazione può aiutare a evitare cattive sorprese.
I Pac. Il Piano di accumulo del capitale si basa su versamenti periodici che permettono di compiere investimenti regolari sui fondi comuni di investimento. Il risparmiatore è libero di decidere la frequenza più adatta alle sue esigenze (mensile, trimestrale, semestrale o annuale). Il principale vantaggio è che essendo l’investimento dilazionato nel tempo può ammortizzare le oscillazioni del mercato, sfruttando i cicli positivi e minimizzando i cicli negativi. Altro vantaggio è la flessibilità. I versamenti si possono sospendere e il capitale accumulato si può riscattare. Non è necessario investire grandi somme, perché anche il versamento costante di piccoli importi può portare risultati.
I conti deposito. Sono migliorati i rendimenti, proprio per l’effetto dell’inflazione e dell’azione per contrastarla messa in campo dalle banche centrali. L’aumento dei tassi di interesse da una parte produce un costo maggiore per chi ha un mutuo a tasso variabile o per chi ne deve contrarre uno nuovo ma dall’altra produce un maggior guadagno per chi detiene liquidità sui conti deposito. Il rendimento, che pure è salito intorno al 4%, ovviamente è inferiore al tasso di inflazione ma consente di guadagnare senza correre alcun rischio. Per questo sono considerati la soluzione di risparmio migliore nel breve periodo per chi non vuole rischiare con i mercati finanziari.