(Adnkronos) – “Certo che sono felice per tutto quello che ha fatto Jannik ma preferisco non aggiungere altro”. Siglinde Sinner, con la consueta riservatezza, all’Adnkronos risponde alle domande sul personaggio del momento: Jannik, a soli 22 anni, ha trascinato l’Italia del tennis alla vittoria in Coppa Davis, apice di un finale di stagione da urlo che lo ha visto trionfare negli Atp 500 di Pechino e Vienna e raggiungere la finale alle Atp Finals di Torino, sconfitto solamente dal numero uno del mondo Novak Djokovic, con il quale si è preso la rivincita qualche giorno dopo a Malaga.
Mamma Siglinde, 57 anni, insieme al marito Hans Peter di due anni più grande, ha lavorato per anni al Rifugio Fondovalle (Talschlusshütte) in Val Fiscalina, dove lui era cuoco e lei si occupava dell’accoglienza dei clienti. Da quest’anno il papà segue Jannik sul circuito facendogli da cuoco personale. “Anche per stare più insieme, ha cominciato a viaggiare con me -ha dichiarato il numero 4 del mondo durante le Atp Finals-. Lui ama cucinare, io posso curare bene l’alimentazione e soprattutto possiamo recuperare un po’ del troppo tempo in cui siamo stati lontani”.
Siglinde Sinner invece è impegnata con la casa vacanze che gestisce a Sesto Pusteria. Dai suoi genitori il giovane Jannik ha imparato a lavorare duramente: “Loro lo hanno sempre fatto, i primi tempi da solo, a 13 anni a Bordighera, li chiamavo perché avevo un po’ di nostalgia o, magari, perché ero un po’ triste se qualcosa era andata storta in campo o avevo perso una partita. Mamma mi diceva che doveva lavorare, lì capivo che i miei erano problemi relativi”, ha ricordato Sinner in una recente intervista. Ora la mamma lo segue quando può, ad esempio nei tornei in Italia o nella vicina Vienna. Quando non è presente raramente lo segue in tv perché soffre troppo. “Non ce la faccio a vederlo, mi viene una cosa qui, per me è troppo… troppo”. Così va a passeggiare nervosamente. A completare la famiglia Sinner il fratello maggiore: 25 anni fa, lavora come istruttore dei Vigili del Fuoco e anche lui non ama le luci dei riflettori ma per il fratello è da sempre un punto di riferimento: “Lui è una persona su cui posso sempre contare”.