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Ius scholae, Cei: “Battaglia di democrazia e civiltà, basta divisioni”

(Adnkronos) - Basta "divisioni" e contrapposizioni "ideologiche", "unità" sul tema dello ius scholae, una battaglia "di democrazia e civiltà" che consentirà anche "più sicurezza sociale". Monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa dei temi dell’immigrazione e a capo della fondazione Migrantes della Cei, in una intervista all’Adnkronos sferza le forze politiche…

(Adnkronos) – Basta “divisioni” e contrapposizioni “ideologiche”, “unità” sul tema dello ius scholae, una battaglia “di democrazia e civiltà” che consentirà anche “più sicurezza sociale”. Monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa dei temi dell’immigrazione e a capo della fondazione Migrantes della Cei, in una intervista all’Adnkronos sferza le forze politiche sul tema dello ius scholae e a Matteo Salvini, contrario allo ius scholae che dice che così daremmo la cittadinanza alle baby gang, replica: “E’ esattamente il contrario; credo che rendere la persona più partecipe e non creare due città, la città degli esclusi e quella degli inclusi, favorisca anche più sicurezza sociale”. 

“Non capisco – osserva – perché si voglia mettere in contrapposizione, in maniera del tutto ideologica, una situazione sociale, una situazione di crisi economica che stiamo vivendo con questo diritto che è democratico”.  

“La letteratura e l’esperienza – osserva il presidente della Commissione Cei per le Mugrazioni mons. Perego – ci dicono che la cittadinanza è uno strumento di inclusione, integrazione, partecipazione attiva alla vita della città e di sicurezza sociale. Uno strumento che per ragioni etiche e di giustizia salvaguarda la dignità delle persone. E’ uno strumento democratico”. 

“Se c’è uno strumento che crea coesione ed educazione civica – scandisce Perego – è proprio lo strumento della cittadinanza, che va accompagnato, ma che è fondamentale”. Da qui il monito al Parlamento: “La politica deve fare uno scatto in termini democratici, di partecipazione attiva. Un milione e 200 mila persone chiedono questo diritto. Credo sia bello accogliere da queste seconde generazioni un appello alla partecipazione attiva alla vita della città e accompagnarla”.  

In Parlamento le forze sono divise. C’è poco coraggio sul tema dello ius scholae? “Spero che questo tema trasversale, che fa parte della tradizione cristiana, come pure delle diverse tradizioni democratiche – dice mons. Perego all’Adnkronos- trovi un consenso comune attorno ad una realtà che riguarda soprattutto i giovani”. Da qui il monito a “superare la tentazione ideologica e nazionalistica che c’è dietro certi discorsi”. E a Matteo Salvini che sostiene che con lo ius scholae daremmo la città alle baby gang cittadinanza, mons. Perego replica: “E’ esattamente il contrario; credo che rendere la persona più partecipe e non creare due città, favorisca anche più sicurezza sociale”. 

Teme che lo ius scholae possa essere affossato? “Spero di no. Sono almeno 15 anni che se ne parla con diverse proposte da diversi punti di vista . Spero che a distanza di tanti anni ci sia la consapevolezza che il nostro Paese, che vive anche sulla presenza di altri Paesi, può vivere anche attraverso la responsabilità e l’educazione alla cittadinanza in senso sostanziale”. Da qui l’appello del presidente della fondazione Migrantes al Parlamento: “Il tema non divida destra e sinistra; stiamo parlando di un tema trasversale su piano sociale, culturale, e dell’esperienza cristiana. Lo stesso Papa auspica una cittadinanza universale che diventa fraternità. Questo cosmopolitismo fa parte delle tradizioni. Non viene messa in discussione l’identità, significa condividere . Il nostro Paese sarà diverso nei prossimi anni e sarà diverso nella misura in cui costruirà questo futuro con migranti e rifugiati”. 

Mons. Perego spera dunque che le forze politiche possano essere “unite come siamo uniti su altri temi fondamentali come la ricerca della pace e la cura della terra, per cui domani nella diocesi di Ferrara (Perego è anche arcivescovo della diocesi), pregheremo contro la siccità per invocare la pioggia. Basta divisioni, serve unità anche su questo fondamentale tema che è un tema di integrazione e simbolico di che paese vogliamo avere”. 

 

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