(Adnkronos) – “Sappiamo cosa è necessario fare e siamo pronti alla fase successiva” della guerra contro Hamas al termine della tregua nella Striscia di Gaza. Ad assicurarlo è il capo delle Forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi che ieri ha dato il suo via libera alla ripresa dell’operazione di terra una volta finito il cessate il fuoco.
Mentre continuano le indiscrezioni sui negoziati per la proroga della pausa nelle ostilità iniziata lunedì scorso, Israele intanto “sta facendo quanto in suo potere per il ritorno di tutti gli ostaggi” trattenuti da Hamas dall’attacco del 7 ottobre. Ma i militari israeliani “sono pronti a riprendere immediatamente i combattimenti”, le parole durante un briefing con i vertici della sicurezza israeliana del ministro della Difesa Yoav Gallant.
Lo Stato ebraico è infatti “pronto a riprendere la lotta in un attimo”, avverte il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. “Siamo in un momento complesso. Lavoreremo per ottenere il massimo” dell’accordo per il rilascio degli ostaggi, ha detto Gantz parlando alla stampa, ma “allo stesso tempo siamo preparati e pronti a tornare a combattere, in qualsiasi momento, compreso in questo momento” la “guerra più importante” dalla guerra d’indipendenza del 1948. Giurando che Israele non darà tregua ad Hamas, Gantz dice che la guerra continuerà fino a quando i residenti delle comunità israeliane di confine che sono state evacuate durante i combattimenti “potranno tornare in sicurezza” alle loro case.
Intanto Israele insisterà perché vengano rilasciati tutti i bambini e tutte le donne portate in ostaggio nella Striscia prima di discutere un’estensione dell’accordo che preveda la liberazione anche di uomini e di soldati, ha spiegato un funzionario dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, come riferisce il Times of Israel.
“Abbiamo un accordo, l’accordo riguarda i bambini e le donne. Conosciamo i nomi di tutti i bambini e di tutte le donne che si trovano nella Striscia di Gaza. Non accettiamo l’idea che Hamas non sappia dove si trovino, che abbia difficoltà a trovarli”, ha affermato il funzionario.
Israele, ha aggiunto la fonte riferendosi agli israeliani dei quali è stato concordato il rilascio, “non abbandonerà 27 persone per discutere un nuovo accordo che verrebbe violato allo stesso modo”. Secondo quanto riferito, Hamas sarebbe disposto a prolungare ulteriormente il cessate il fuoco, giunto al sesto giorno e che scadrà domani mattina. Respinta, invece, l’ipotesi di ”un accordo di tutti per tutti”, ovvero che preveda la liberazione di tutti gli ostaggi in cambio della scarcerazione di tutti i detenuti palestinesi.
Sono in tutto 159 gli israeliani tenuti ancora in ostaggio da Hamas e da altri gruppi a Gaza, ha riferito un portavoce delle Forze di difesa israeliane. Secondo quanto sostiene l’ex ministro della Sanità di Hamas, Bassem Naim, 60 ostaggi sarebbero rimasti uccisi nei raid condotti da Israele sulla Striscia in risposta all’attacco del 7 ottobre. “Abbiamo confermato due o tre settimane fa che 60 israeliani sono stati uccisi durante i bombardamenti israeliani e sono ancora sotto le macerie”, ha detto ieri nel corso di una conferenza stampa a Città del Capo, parlando anche di donne e bambini rimasti vittime dei raid.