FIRENZE (ITALPRESS) – La forza e le potenzialità dei brand italiani suscitano da sempre l’interesse di investimenti stranieri nel nostro Paese, aspetto significativo che in parallelo pone la necessità di una maggior valorizzazione e sviluppo delle grandi aziende del nostro Paese nei mercati internazionali. Di questi argomenti si è parlato oggi alla cantina Antinori nel Chianti Classico, a San Casciano in Val di Pesa, con l’iniziativa ‘Accompagnare la crescita all’estero delle eccellenze italiane. L’esempio di Marchesi Antinorì.
Dopo i saluti di Piero Antinori, Presidente Onorario Marchesi Antinori, è intervenuta Sara Giusti, Industry Research, Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, sul valore dei marchi italiani nel settore agrifood, la forza del territorio e la rilevanza internazionale. A seguire il dialogo tra Renzo Cotarella, Amministratore Delegato Marchesi Antinori che ha illustrato la scelta di investire in Napa Valley, a confronto con Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, che ha focalizzato il sostegno allo sviluppo delle PMI agroalimentari in Italia e nel mondo in relazione a qualità, immagine e valore grazie alla definizione di un nuovo modello di crescita all’estero delle aziende italiane.
Dalle analisi presentate emerge come il settore agro-alimentare italiano ricopra un ruolo di rilievo nel nostro Paese e sia un elemento trainante del Made in Italy nel mondo, grazie alla qualità delle produzioni e ad alcuni fattori di competitività che lo distinguono dai principali competitor europei. L’Italia è al terzo posto in Europa per valore aggiunto generato dal settore agro-alimentare, con un peso del 15% sul totale europeo, e al quinto posto per occupazione. La forza dei territori è uno degli ingredienti del successo: ben sette regioni italiane (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Sicilia, Puglia, Campania e Toscana) primeggiano in ambito europeo e compaiono nel ranking delle prime quindici regioni europee a maggior valore aggiunto nel comparto agricolo. Le esportazioni agroalimentari hanno fatto segnare un nuovo record nel 2022 con oltre 58 miliardi di euro a valori correnti (+15,3% rispetto al 2021); la crescita è proseguita nei primi sette mesi del 2023 (+2,5% i prodotti agricoli, +7,8% gli alimentari). Le esportazioni di vino italiano nel 2022 sono cresciute del 9,8% a valori correnti (stabili in quantità) raggiungendo la cifra di quasi 7,9 miliardi di euro. Gli Stati Uniti sono la prima destinazione commerciale per i vini italiani, con quasi 1,9 miliardi nel 2022 (+8,3%), segue la Germania con circa 1,2 miliardi (+4,8%) e il Regno Unito con oltre 800 milioni (+9,4%). La forza dei territori e la qualità dell’offerta agroalimentare italiana sono testimoniati dalle 879 certificazioni DOP/IGP presenti nel nostro Paese (seconda la Francia con 750 certificazioni), tra cui 526 certificazioni sono per i vini (segue la Francia con 437) e dal 75% del vigneto nazionale coperto da oltre 80 vitigni, un numero di gran lunga superiore rispetto ai due principali competitor, Francia e Spagna, che ne contano meno di 15.
Il settore del vino è uno dei più significativi tra quelli dell’agribusiness in termini di qualità e riconoscibilità a livello mondiale, ma con frequenti criticità strutturali, soprattutto in termini dimensionali. Si tratta infatti di un segmento produttivo molto frammentato, che presenta oltre 200.000 operatori e per il quale sono urgenti la crescita dimensionale, l’aggregazione e anche la dimensione internazionale attraverso le acquisizioni. Permane inoltre una mancanza di correlazione sul valore economico dei prodotti italiani, che, in confronto ad esempio con quanto viene fatto nel principale competitor europeo come la Francia, non capitalizzano ancora una forte riconoscibilità nel prezzo. Occorre quindi un lavoro sistemico sulla visibilità del prodotto Italia in senso lato, per valorizzare l’export ma soprattutto la qualità italiana.
Marchesi Antinori, una delle più antiche aziende familiari di vini di qualità, può essere identificata come il simbolo del potenziale delle nostre imprese di eccellenza. A fine giugno ha infatti completato l’acquisizione della piena proprietà di Stag’s Leap Wine Cellars, dopo 16 anni di partnership con l’azienda americana Ste.Michelle Wine Estates. Stag’s Leap Wine Cellars è considerata una delle aziende vinicole più importanti dell’area della Napa Valley, in California. Fondata nel 1970 da Warren Winiarski, la tenuta è oggi conosciuta in tutto il mondo soprattutto per la produzione di Cabernet Sauvignon di eccellenza.
Intesa Sanpaolo ha affiancato da protagonista Marchesi Antinori, insieme ad altre istituzioni finanziarie italiane, confermando l’impegno per la valorizzazione della qualità agroalimentare italiana e per affermare nel mondo i marchi del comparto. Questo grazie a strumenti finanziari innovativi e alla collaborazione tra finanza e imprese di eccellenza con l’intento di definire un modello esportabile anche in altri settori, che coniughi l’aspetto finanziario e a quello industriale per maggiori sinergie internazionali.
L’operazione è stata realizzata con il ricorso a mezzi propri, l’affiancamento nel capitale della società americana da parte di SIMEST e del Fondo di Venture Capital del Ministero degli Esteri (MAECI). Preponderante è stato il ruolo di supporto finanziario di Intesa Sanpaolo, che ha agito anche come Banca Agente. Intesa Sanpaolo ha infatti costituito un’apposita unità operativa, che vede la collaborazione tra la Divisione IMI Corporate & Investment Banking, guidata dal Chief Mauro Micillo, e la Divisione Banca dei Territori e affinchè le realtà interessate allo sviluppo del proprio business nei mercati esteri trovino affiancamento nei momenti di discontinuità aziendale con consulenza finanziaria e assistenza nelle operazioni di investment banking come M&A, Equity e Debt Capital Markets e Finanza Strutturata. Aspetti che trovano ulteriore contributo nel supporto alle imprese nella scelta della soluzione più adeguata in base alle proprie progettualità, grazie alla consulenza offerta dalla struttura Corporate Finance Mid Cap della Divisione IMI CIB.
E’ importante fare leva sul know-how distintivo di prodotto e processo, rafforzare il posizionamento di mercato anche lavorando sul brand, aprire ai mercati internazionali attraverso la creazione di strutture di distribuzione in geografie diverse in ottica di de-risking e di rafforzamento dell’equity story per la crescita.
In tal senso il piano di acquisizione di Marchesi Antinori è stato possibile grazie anche alla relazione perfezionatasi nel tempo con la Direzione Territoriale Toscana e Umbria in sinergia con la Direzione Agribusiness. Il centro di eccellenza di Intesa Sanpaolo dedicato all’agroalimentare italiano, e anch’essa parte della Divisione Banca dei Territori, che con uno stock di 12 miliardi di euro di finanziamenti mette a disposizione soluzioni per la crescita sostenibile e per servizi trasversali di internazionalizzazione alle quasi 80mila imprese clienti, di cui circa 6.000 tra produttori e imbottigliatori. Solo in Toscana un bacino di oltre 670 realtà del comparto vitivinicolo clienti della Direzione Agribusiness potenzialmente interessate. Realtà che godono anche di servizi dedicati come il Pegno Rotativo sui prodotti agroalimentari a denominazione d’origine protetta, inclusi i prodotti vitivinicoli DOC/DOCG che complessivamente la Direzione Agribusiness ha finanziato per oltre 48,8 milioni di euro in relazione allo smobilizzo del magazzino di prodotti alimentari soggetti a invecchiamento per prodotti come vino, prosciutto crudo, formaggio stagionato, aceto balsamico e olio.
Sempre per rafforzare il Made in Italy e agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, è operativo anche il Programma Sviluppo Filiere di Intesa Sanpaolo che vede ad oggi 863 contratti di filiera di cui nel comparto agroalimentare ne sono stati attivati 169, con 5 filiere per il settore vitivinicolo. Filiere dell’agroalimentare che coinvolgono complessivamente oltre 6.600 fornitori per un giro d’affari di oltre 22 miliardi di euro e oltre 22.000 dipendenti (dalla filiera vitivinicola a quella del tartufo, prosciutto, allevamento zootecnia, olivicoltura e settore lattiero-casearia).
Renzo Cotarella, Amministratore Delegato Marchesi Antinori, afferma: “Il nostro obiettivo è quello di mantenere il prestigio di questa storica azienda, attraverso un approccio rispettoso e lungimirante. Questa acquisizione indubbiamente rafforza anche la nostra posizione in un mercato molto importante come quello degli Stati Uniti. E’ un bel messaggio non solo per le realtà del vino ma anche per le tante aziende ed eccellenze italiane: possono essere sufficientemente ambiziose per fare operazioni di questo tipo. La Napa Valley è una delle migliori zone al mondo per la produzione di vino di qualità. Un territorio straordinario, di grande identità stilistica e che si trova in un paese, gli Stati Uniti, che rappresenta la prima realtà al mondo per consumo di vino, non soltanto in termini di quantità ma anche di valore”.
Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, sottolinea: “L’operazione di Marchesi Antinori in USA, unica per impatto e rilevanza nell’intero settore dell’agrifood italiano, ha visto Intesa Sanpaolo protagonista nell’affiancare un grande marchio italiano con strumenti finanziari innovativi. Alla base della nostra scelta di sostenere questa progettualità c’è la convinzione che l’Italia abbia un patrimonio straordinario nel settore agrifood e del mondo del vino in particolare, con unicità legate al territorio e alla crescita tecnica, operativa e strategica delle imprese. Sosteniamo il settore con oltre 12 miliardi di finanziamenti e crediamo che questa comunione tra territorio e valori trovi nell’agribusiness una sintesi perfetta ma sia di fatto ampliabile a tante imprese che operano nei più diversi settori. Con questo intervento abbiamo unito la capacità di relazione e di analisi della Banca dei Territori alle specializzazioni tecniche e professionali della divisione IMI CIB dando vita, insieme, ad una unità operativa in grado di favorire e portare a termine operazioni che auspichiamo possano essere opportunità anche per altri segmenti produttivi. Favorire i brand del Made in Italy e le loro componenti imprenditoriali non vuole essere una mera azione di tutela delle eccellenze italiane ma un affiancamento al valore internazionale delle nostre aziende, in un’ottica di mercato aperto e al tempo stesso di sviluppo dei singoli territori e dell’intero Paese”.
-foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo-
(ITALPRESS).
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Di Filippo Strozzi16 Novembre 2024