A più di vent’anni dall’omicidio e dopo le rivelazioni di uno degli imputati, sono stati ritrovati in un pozzo frammenti di ossa, una cintura e un paio di scarpe che potrebbero appartenere all’imprenditore brindisino Salvatore Cairo, scomparso nel maggio del 2000.
Il luogo del ritrovamento è stato indicato da Enrico Morleo, il 57enne in carcere dal 3 marzo del 2022, con l’accusa di avere ucciso, con l’aggravante del metodo mafioso, Cairo e Sergio Spada, imprenditori entrambi attivi nel settore del commercio delle pentole e degli articoli per la casa.
Morleo, nel corso del processo a suo carico, la scorsa settimana, aveva fatto riferimento alla circostanza di aver solo «distrutto il corpo», ma aveva negato di essere stato lui ad uccidere Cairo, manifestando la propria disponibilità ad indicare agli inquirenti il luogo dove aveva nascosto i resti del corpo (fatto a pezzi con una motosega) dell’imprenditore.
Stamattina c’è stata l’ispezione dei vigili del fuoco nell’area di campagna indicata da Morleo, nella zona industriale di Brindisi.
Erano presenti i giudici della Corte d’assise, il pm Milto De Nozza e agenti di Polizia: solo nel pomeriggio sono stati trovati alcuni resti e i reperti, su cui saranno eseguite anche indagini biologiche per accertare se si tratti del corpo di Cairo.